La magnitudo da 3,6 a 4,0 Ed è polemica

La magnitudo da 3,6 a 4,0 Ed è polemica

Ha fatto discutere il cambio «in corsa» di magnitudo da parte dell'Ingv (l'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) a proposito del terremoto che ha colpito l'isola d'Ischia lunedì sera. Inizialmente il sisma è stato classificato con una magnitudo di 3,6 gradi della scala Richter e poi il dato è stato corretto a 4,0.

Una modifica che ha dato adito, soprattutto in rete, a molte teorie complottiste, che avevano già riempito la rete all'indomani del terremoto del 24 agosto 2016 nel Centro Italia, quando qualcuno pensò di attribuire la correzione, che allora fu da 6,0 a 6,2 della scala Richter, al fatto che con il primo dato lo Stato sarebbe stato autorizzato a non pagare i danni. Una tesi delirante e del tutto falsa, che però trovò non pochi proseliti nelle ore successive al sisma di Amatrice. Lo stesso è avvenuto, in forma più lieve, per il sisma di Ischia.

In realtà la correzione del dato ha una spiegazione razionale, che è stata fornita da Alessandro Amato, sismologo dell'Ingv. «Il dato di magnitudo 3,6 diffuso già nei primi minuti dopo la scossa è corretto, non è stato ricalcolato e si riferisce all'intensità registrata in automatico dalla rete di monitoraggio sismico del nostro territorio. È il valore di magnitudo locale o Richter, che è solo uno dei modi esistenti per stimare l'intensità di un terremoto e si calcola grazie a sismometri collocati da pochi metri fino a 300 chilometri di distanza dal centro del terremoto».

La magnitudo durata mette in relazione la forza della scossa con la durata dell'evento sismico ed è calcolata in funzione dell'energia rilasciata durante la scossa, mentre la magnitudo momento si basa sulla stima del momento sismico, ovvero su una durata più ampia del sismogramma, fino a 30 minuti.

Quest'ultimo dato, considerato più affidabile, viene calcolato in un secondo momento e può differire di qualche decimo di punto rispetto al primo dato, che è naturalmente il primo a essere fornito. Va detto che esiste anche la scala Mercalli, che valuta l'evento sismico non in funzione dell'energia rilasciata ma dai danni che produce, sull'uomo, sugli edifici dell'area colpita dal sisma e sull'ambiente.

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