RoveretoIl maiale? Per i musulmani non è buono neppure se è a molla e serve ai bambini per giocare.
S'è consumato nell'arco di un fine settimana il giallo che a Rovereto è montato attorno ad un dondolo molleggiante dalle sembianze suine, installato il 30 settembre in un asilo nido e già l'indomani divenuto bersaglio simbolico di alcune famiglie musulmane, irritate dall'immaginifico richiamo ad un animale considerato impuro al punto da chiederne la rimozione. A mettere la parola fine il Comune, che dopo qualche tentennamento iniziale è intervenuto per confermare che il gioco resterà al suo posto e smentire la matrice religiosa della vicenda.
Eppure, che la faccenda non fosse frutto di fantasia lo testimonia la mobilitazione politica ed istituzionale scattata a difesa dell'inerme maialino dell'asilo di via Saibanti: se il consigliere provinciale della lista «Civica Trentina» Claudio Civettini in un'interrogazione alla giunta della Provincia autonoma di Trento aveva sollevato il caso parlando di «una realtà incredibile, che genera reazioni xenofobe, perché dopo presepi, crocifissi e feste del papà e della mamma si arriva a privare i bimbi di un gioco in nome di un'integrazione al contrario», la Lega Nord s'era presentata ai cancelli della scuola brandendo pupazzi di Peppa Pig per contestare col suo segretario Maurizio Fugatti «la sottomissione alle imposizioni religiose di una minoranza». In campo pure il M5S, con interrogazioni in Provincia ed in Municipio, per respingere il tentativo di «piegare gli italiani ad usi e costumi altrui», come avvenuto a Jesolo nell'estate nel 2014, quando il sindaco vietò la presenza di bagnini di sesso femminile per evitare che bagnanti e venditori abusivi di religione musulmana, poco inclini ai nudi anche solo parziali, se ne avessero a male. E se per non urtare la suscettibilità dei seguaci dell'Islam a Pescara il maiale (sotto forma di bistecca) è stato bandito dalle mense scolastiche, a Mestre a diventare islamicamente corretta è stata la piscina: per alcune domeniche alla mattina è riservata a fanciulle e signore, con ingresso vietato agli uomini sulla scorta del principio musulmano secondo cui il corpo della donna sarebbe di per sé peccaminoso.
Esempi diffusi, che non attecchiranno a Rovereto, garantisce ora l'amministrazione comunale.
«Non c'è stata alcuna ingerenza da parte di famiglie di alunni stranieri, il rapporto con le quali è sempre stato caratterizzato da dialogo e rispetto reciproco», ha spiegato (stranamente soltanto ieri) il vicesindaco Cristina Azzolini, provando a ricondurre la questione «a ragioni di sicurezza: s'è voluto verificare che il gioco fosse compatibile con la fascia d'età dei bambini che dovranno utilizzarlo». In coda, la rassicurazione: «Fatte le valutazioni del caso, sembra che tutto sia in regola. Non si provvederà ad alcuna rimozione».Un porcello vittoriosa bandiera di libertà: il triste declino dell'Occidente.
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