"Ho il dovere di fermare alcune derive di ultradestra". Luigi Di Maio accusa Matteo Salvini di "sbraitare", ma poi è lui stesso a strepitare e puntare il dito contro l'alleato di governo.
E lo fa dopo aver applaudito in aula la studentessa milanese che accusava il governo di mettere in discussione la democrazia: "Le parole di Francesca ci devono ricordare la responsabilità di ministri che ricopriamo", ha detto a L'Aria che tira, "Per questo nell'ultimo mese mi sono permesso di fermare alcune derive: fucile tra le braccia, che non bisogna festeggiare il 25 aprile. Quelli sono valori fondanti della nostra Costituzione. Quando intervengo su quelle cose non lo faccio per litigare ma lo faccio perché i ragazzi prendono esempio. Quindi alcune derive di ultradestra io ho il dovere di fermarle".
E questa mattina aveva attaccato il ministro dell'Interno pure sui migranti, accusandolo di aver "sbraitato" e "minacciato" la Marina solo "per finire sui giornali".
"La giornata di ieri mi auguro faccia riflettere qualcuno", ha scritto in un lungo post su Facebook, "Se quando nasce un problema il tuo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c'è qualcosa che non va. In un governo ci si siede al tavolo tutti insieme e si lavora. Per il Paese. Meno slogan, più concretezza. E l'Italia ce la fa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.