Coronavirus

Meglio programmare le giornate che sfibrarsi tra file e last minute

Macché vita spericolata, in tempi incerti regni l'ordine

Meglio programmare le giornate che sfibrarsi tra file e last minute

Ho prenotato il barbiere con due settimane di anticipo. La qualcosa può interessare al massimo due persone, compreso l'esercente. Anche perché, mascherine a parte, dovrà fare lo straordinario, in tutti i sensi, per affrontare la mia situazione pilifera. Sarà un giorno senza coda, ai capelli intendo, senza attesa annoiata, sfogliando quelle riviste stampate nel secolo dicannovesimo. Almeno, una volta, per passare il tempo, ti sollazzavi con i calendarietti hard e profumati, cancellati pure quelli, si va di fretta, spazzola e avanti un altro.

É un piacere, quasi perverso, disporre bene le carte sul tavolo e non farsi trascinare dall'improvvisazione e dall'imprevisto. Il last minute mi ha sempre procurato ansia e poi, diciamolo, «ultimo» mai, capisco chi non voglia mettersi in fila ma io cerco, appunto, di evitarla, preferisco anticipare il problema per non ritrovarmi di fronte all'imprevisto o, come cantava Jannacci Enzo «... se me lo dicevi prima». D'accordo, la vita può anche essere una piacevole sorpresa ma, visti i tempacci, mi va di andare sul sicuro, non voglio più annunci e promesse ma roba certa, sostanza e non forma. Dunque tutto sarà previsto, o, meglio, prevedibile, dico degli impegni, degli appuntamenti, del ristorante e del coiffeur, dell'ombrellone in spiaggia e dell'ufficio postale. Se ci pensate bene è normale, anzi sarebbe normale se non avessimo riempito la scrivania della nostra esistenza, con la qualunque, faticando, poi, a trovare il necessario. Si può pianificare anche restando improvvisatori, si può inquadrare la propria vita pur essendo incasinati in mille angoli della stessa, la vita spericolata che non si sa mai, la lascio a Vasco e alla sua band, è roba bella ma dura lo spazio di un viaggio o di una notte al Roxy Bar e presumo che anche questo luogo necessiti ormai di una telefonata di prenotazione oltre che della sanificazione.

Se l'istante può essere decisivo, affascinante, un bacio, uno sguardo, c'è un altro instant (book) che ormai è devastante, ne avverto già l'odore by virologi, epidemiologi, opinionisti, virusromanzieri e affini. Ormai non c'è nemmeno il fastidio di telefonare, qualunque applicazione ci permette di disegnare e organizzare le nostre giornate, al parcheggio, al cinematografo, a teatro, allo stadio, al ristorante. Non posso escludere che anche Covid 19 abbia la sua esclusiva app per prenotare le nostre vite. Forse qualcuno contesterà che questa non sia più libertà di essere e di vivere ma una prigione, con il braccialetto elettronico delle tecnologie che ci impongono obblighi e costrizioni.

Ma no, semplicemente trattasi di mettere un po' di ordine nel disordine, tipica del genere umano, single o accoppiato. Mi piace prevedere, so, anche che, un colpo di scena potrebbe cambiare il set ma resta il gusto di avere intravvisto e intuito la trama del film privato. Amo programmare ma mi diverte, da pazzi, affrontare l'imprevisto, perché, come diceva Beniamino Franklin se non ti prepari a sbagliare, sbaglierai la preparazione. Lo stesso Franklin inventò il parafulmine.

Aveva previsto il temporale.

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