La Meloni sogna: con la Lega abbiamo la maggioranza

La leader Fdi a Mattarella: non servono i tecnici, Paese alle urne. E a Berlusconi: in Europa non voti come il Pd

La Meloni sogna: con la Lega abbiamo la maggioranza

I risultati le permettono di fare ragionamenti chiari e cristallini. E soprattutto di offrire scenari semplici e dai contorni netti. Un'alternativa? Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, è convinta che sia possibile. I voti conquistati alle elezioni europee di domenica lo dimostrano - per lei - molto chiaramente.

«C'è già - dice - un'altra maggioranza. Una maggioranza di centro-destra. Qualora questo governo dovesse cadere il presidente Mattarella non avrebbe alcun bisogno di fare ricorso a esecutivi di tecnici. Il voto di domenica ha espresso con chiarezza che un'altra maggioranza c'è». E di questa coalizione Fratelli d'Italia diventerebbe uno degli attori principali. La Meloni sciorina dati per mostrare la bontà delle sue ipotesi. «Non soltanto siamo il secondo partito del centro-destra in tutto il centro-Italia - ricorda - ma abbiamo ottenuto ottimi risultati nel Nord produttivo, soprattutto nel Nordest». I motivi del successo sono sostanzialmente tre secondo la Meloni: coerenza, serietà e chiarezza. «Gli elettori hanno premiato la nostra coerenza - dice -. Siamo cresciuti del 50% rispetto alle politiche dell'anno passato. Non conquistiamo picchi improvvisi di consenso semplicemente perché raccogliamo il voto ponderato di chi entra nel merito delle questioni. Come quello degli imprenditori del nord produttivo cui abbiamo dato ascolto».

Dalla trincea dell'opposizione la leader di Fratelli d'Italia manda a Salvini un messaggio preciso: faccia cadere questo governo. «Il voto di domenica lo ha dimostrato chiaramente - osserva la Meloni -: gli italiani non vogliono più i Cinque Stelle a Palazzo Chigi». La leader di Fratelli d'Italia manda un messaggio preciso anche a Mattarella. «Non c'è alcuna incertezza - spiega - non c'è quindi bisogno di un governo di tecnici. Si può tornare tranquillamente al voto perché nel Paese un'altra maggioranza con tutta evidenza c'è».

Insomma la Meloni è cresciuta. E si può permettere anche un inedito attendismo nei confronti dell'altro «storico» alleato del centro-destra. «Berlusconi? Lo chiamerò» annuncia ai microfoni di Un giornoda pecora su Radio1. Per poi bacchettarlo: «Quando parlava del 4% riferendosi a noi era chiaro che fosse solo un modo per dissuadere dal votarci». Anche il suo carisma personale ha riscosso un indiscutibile risultato. Oltre 440mila preferenze (ma ancora dietro a Berlusconi con 550mila, ricordano sempre nella trasmissione di Radio1 i conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari).

Se il rapporto con Salvini è tutto ancora da costruire, quello con Forza Italia deve essere, spiegano a Fratelli d'Italia, ripensato. Proprio a partire dal parlamento europeo. «Invito Forza Italia a prendere posizioni nette, a partire dall'atteggiamento da tenere nella nuova assemblea di Strasburgo - avverte la Meloni -. Vorrei che chiarisse in queste ore se è disposta a mettere voti di parlamentari eletti nel centrodestra in un accordo con il Pse che è il Pd in Europa»,

Nel corso della conferenza stampa di ieri, la Meloni ha tracciato anche una possibile road map dei primi mesi del futuro governo di centro-destra. «Gli elettori ci hanno fatto chiaramente capire cosa si deve fare e con chi.

Insieme con la Lega di Salvini dobbiamo mettere in atto la flat tax, attuare un adeguato blocco navale e lottare con vigore contro l'immigrazione clandestina. E soprattutto far ripartire le infrastrutture e gli incentivi alle famiglia». Insomma bisogna cacciare da Palazzo Chigi quella sinistra che si ostina «a farsi chiamare Movimento Cinque Stelle».

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