Messi, destino da anti-eroe

Nell'eterno confronto con Maradona la differenza al momento è una vittoria in Nazionale

Messi, destino da anti-eroe

E quindi Leo Messi non ha vinto ancora nulla con l'Argentina. Sconfitto in finale in Copa América, così come era accaduto un anno fa al Mondiale. È questa la sua maledizione, è e sarà questa la sua ossessione. Perché nell'eterno confronto con Maradona la differenza al momento è una vittoria in Nazionale. Diego si prese la Coppa del Mondo del 1986 da solo, Messi non ce l'ha ancora fatta e vede ridursi di molto la possibilità che accada. Avrà la Copa America del centenario l'anno prossimo e poi il Mondiale del 2018, quando avrà già 32 anni.

Ma è davvero così importante? Perché la grandezza di un giocatore si deve misurare dai successi in Nazionale? È vero che Maradona, Pelè, Platini e Van Basten hanno vinto trofei per i loro Paesi. Ma a quanti giocatori campioni che sono stati i numero uno della loro epoca non è successo? Ferenc Puskas fu il leader e il fenomeno dell'Ungheria che avrebbe dovuto vincere il Mondiale del 1954 in carrozza: arrivò secondo e non vinse mai nulla in Nazionale. Johan Cryuff è stato il campione dei campioni di un decennio, ha guidato l'Olanda più forte di sempre e che sembrava poter vincere tutto: ha perso un Mondiale e un Europeo.

Messi sta con loro, vicino a Maradona per assonanza e per nazionalità, ma con Puskas e Cruyff per destino. Un eroe che diventa anti-eroe, suo malgrado. Non significa che sarà meno grande di Diego. Forse lo è anche di più. O forse ha solo più senso non dare senso a questa rivalità.

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