È la più grande manifestazione di massa dal 2013 contro Recep Tayyp Erdogan: centinaia di migliaia di persone sono confluite a Maltepe, nella parte asiatica di Istanbul, per rispondere all'appello di Kemal Kilicdaroglu, che in una piazza ha chiuso la Marcia per la giustizia, partita da Ankara.
Venticinque giorni per protestare contro l'arresto di uno dei parlamentari del partito repubblicano Chp, di cui Kilicdaroglu è leader, e chiedere la fine dello stato di emergenza. «Questa marcia è solo un primo passo e non sarà l'ultima. Ciascuno deve sapere bene che il 9 luglio segna un una nascita, l'inizio di una nuova storia», ha urlato Kilicdaroglu arringando la folla. Davanti a lui centinaia di migliaia di persone, tutte a dire basta, contro la repressione del governo a seguito del fallito colpo di Stato militare di luglio del 2016. I manifestanti sventolavano bandiere della Turchia con la scritta «Giustizia». Kilicdaroglu era partito dalla capitale turca a metà giugno per protestare contro la condanna a 25 anni di un membro del suo partito, Enis Berberoglu, il primo deputato del Chp a essere imprigionato, (purghe seguite al fallito golpe del 2016 contro il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, nell'ambito delle quali sono state arrestate circa 50mila persone e sono stati sospesi dal servizio 150mila dipendenti fra cui insegnanti, giudici e soldati).
Quando Kilicdaroglu lanciò l'iniziativa della marcia, Erdogan lo criticò dicendo che la giustizia va cercata in Parlamento e non nelle strade e paragonò chi avrebbe protestato con lui ai golpisti, minacciando che avrebbero potuto affrontare le stesse accuse. Al comizio di ieri, secondo quanto riferisce il governatore di Istanbul citato dall'agenzia di stampa Anadolu, sono stati dispiegati 15mila poliziotti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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