Una missione militare, nelle aree ai confini sud della Libia, dove sono più forti sono le organizzazioni dei trafficanti di esseri umani. È l'ipotesi che sembra prendere corpo dopo le parole del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Oltre al pattugliamento del mare, con l'Italia che annuncia la donazione di altre 12 motovedette alla Libia «con conseguente formazione degli equipaggi per continuare a proteggere vite nel Mediterraneo», il leader della Lega propone anche il pattugliamento su terra lungo i confini a sud della Libia. Sta in questo il «radicale cambio di passo nella gestione dei flussi migratori che vanno intercettati nei Paesi di partenza e transito».
Chi gestirà la missione? Più che all'Onu, il pensiero va alla Nato, dove l'asse fra il nuovo governo italiano e la Casa Bianca guidata da Donald Trump può fare la differenza. Un asse che potrebbe rafforzarsi in vista dell'incontro fra Trump e il premier italiano Giuseppe Conte previsto per il 30 luglio a Washington.
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