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Morta in slittino: cartelli solo in tedesco

I divieti di usare le slitte non erano in italiano. La madre indagata per omicidio colposo

Morta in slittino: cartelli solo in tedesco

E ora si indaga sulla morte di Emily Formisano, 8 anni. L'ennesima vittima della neve. Dopo Camilla Compagnucci, 9 anni, romana, morta schiantandosi contro le barriere frangivento in Val di Susa il 2 gennaio scorso, e dopo l'altra bambina, sempre 9 anni, gravemente ferita sulla pista nera di Sappada, l'altroieri a perdere la vita è stata Emily. Sul registro degli indagati, come atto dovuto, c'è ora anche il nome della mamma della piccola vittima. Oltre al titolare dell'impianto sciistico teatro della tragedia. La bimba era in vacanza con i genitori e il fratellino, nell'altipiano del Renon, nelle Alpi Sarentine dell'Alto Adige, in provincia di Bolzano. Erano gli ultimi giorni di quella che doveva essere una vacanza indimenticabile, di quelle che quando torni a scuola non vedi l'ora di raccontare, di disegnare. Ma la neve tradisce, la neve non perdona. Emily e la sua famiglia erano arrivati in Alto Adige dall'Emilia Romagna. Venerdì avevano deciso di scendere quei pendii incantati e innevati con uno slittino preso a noleggio. Emily con la mamma, Renata Dyakowska, 38 anni, di origini polacche, imboccano la pista nera da sci. Quella più ripida, quella vietatissima a qualsiasi slitta, con una pendenza del 40%. Lo slittino prende sempre più velocità, fermarsi è impossibile e poi lo slittino si schianta contro un albero. Emily muore sul colpo. La mamma viene trasportata d'urgenza all'ospedale di Bolzano dove versa in condizioni gravissime. Ma cosa ci facevano lì madre e figlia? Perché la donna ha imboccato la pista nera da sci, la 6 oltretutto, la più ripida? Come mai erano senza casco? Per arrivare alla pista da slitta si sale con la funivia da Pemmernn e si raggiunge la stazione di mezzo. Madre e figlia avrebbero dovuto fermarsi qui e invece sono andate alla stazione più a monte, a quasi 2mila metri di altezza. Qui, però, non c'è nessuna pista per le slitte. Qui, alla pista 6, ci sta un cartello di divieto, dove «non slittare» è scritto solo in tedesco: «Rodeln verboten» si legge. Accanto ci sta un piccolo simbolo di divieto rosso su sfondo bianco con un omino che slitta e che potrebbe ingannare dato che l'omino sta sopra la fascia rossa e non sotto. La Procura di Bolzano ha aperto un'inchiesta e al vaglio ci sono anche le insufficienti informazioni e il mancato uso della lingua italiana nei cartelli segnaletici. «Si è passati in questa terra scrive Claudio Della Ratta del Pd altoatesino dal garantire legittimamente l'uso della propria lingua madre e la traduzione di ogni testo pubblico, alla sottile ma evidente predominanza della lingua tedesca rispetto a quella italiana. Paradossale con tutti i turisti italiani che frequentano le piste altoatesine (che si trovano su suolo italiano)».

«La rimozione sui sentieri di montagna da parte dei gestori e ora anche sulle piste da sci di indicazioni fondamentali in italiano fa capire a quali tragedie possa portare. Lo diciamo da anni. Invano», denuncia in una nota il consigliere provinciale Alessandro Urzì (FdI).

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