Firenze La triste vicenda Astori si è arricchita di un nuovo capitolo. Stando alle indiscrezioni pubblicate ieri da La Nazione, sarebbe comparso sulla scena un certificato falso, un documento predatato che darebbe nuovi risvolta alla storia. Quel foglio dice che il 10 luglio 2017 Davide Astori venne sottoposto a «strain», esame di approfondimento sul cuore. La contestazione della Procura sarebbe orientata al falso: il documento, infatti, sarebbe stato costruito ad arte per arricchire la visita del 2017. La Procura sostiene che nella sua ultima visita Astori non è mai stato sottoposto a quel tipo di esame: quel certificato, secondo il pm Antonino Nastasi, è un falso, e per questo l'ex direttore di della medicina sportiva di Careggi, professor Giorgio Galanti, è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati. Assieme a lui, ritenuto «concorrente morale» (perché quando sarebbe stato fabbricato l'atto il medico era già in pensione), una sua collaboratrice. Lei sarebbe ritenuta l'esecutrice materiale, cioè colei che «formava un certificato apparentemente redatto in data 10 luglio 2017, col quale attestava di aver sottoposto ad esame strain Davide Astori e di aver valutato i risultati di detto esame». Le inchieste, dunque, raddoppiano e tutto si complica. Detto che il terreno si fa sempre più scivoloso e che occorre la prudenza del caso, se le accuse della Procura trovassero conferma si configurerebbe un nuovo capitolo. I magistrati indicano la falsificazione «in data anteriore o prossima al 2019». Il nuovo segmento giudiziario si intreccia con il procedimento principale giunto alla chiusura delle indagini e che vede il professor Galanti stimatissimo professionista fiorentino e per oltre venti anni capo dello staff medico viola - accusato di omicidio colposo assieme al collega di Cagliari dottor Francesco Stagno.
Ogni volta che si parla di Davide a Firenze si riapre una ferita e questa non sarà mai suturata. Nella notte del 4 marzo 2018 il capitano viola morì nel sonno nella camera dell'hotel Là di Moret di Udine, dove poche ore dopo avrebbe dovuto affrontare in campionato la squadra friulana.
Un choc tremendo per Pioli, la squadra e tutta la Fiorentina. Quattro giorni dopo nella basilica di Santa Croce si celebrarono i funerali con 10mila persone chiuse nel dolore e nel silenzio totale. Ci fu una grande partecipazione anche del calcio italiano e internazionale.
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