Mosca, la solita tregua: "Nostre le 4 province". Zelensky ribadisce il "no"

L'Europa resta spettatore interessato, con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen netta: "Tutti abbiamo visto come Putin negozia, non ci si può fidare di lui"

Mosca, la solita tregua: "Nostre le 4 province". Zelensky ribadisce il "no"
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Qualcosa si muove dopo il faccia a faccia Trump-Zelensky a San Pietro ma la strada per una pace vera in Ucraina è ancora lunga: non c'è nessuna convergenza sui territori occupati dalla Russia, che Mosca vuole per sé e che Kiev si rifiuta categoricamente di concedere. Il presidente russo Vladimir Putin pretende il controllo delle quattro regioni parzialmente occupate: la Crimea, il Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, altrimenti niente accordo. Un'ipotesi inaccettabile per Kiev, «niente regali a Putin, soprattutto terre», ha ribadito ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il ministro degli Esteri russo Lavrov apre su un negoziato «senza precondizioni» ma respinge la proposta ucraina di una tregua di trenta giorni.

Donald Trump non la prende bene. «Russia e Ucraina devono agire rapidamente per raggiungere un accordo prima che la Casa Bianca perda la pazienza», dice il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz . L'Europa resta spettatore interessato, con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen netta: «Tutti abbiamo visto come Putin negozia, non ci si può fidare di lui. Per una pace giusta e duratura, dobbiamo continuare a stare dalla parte dell'Ucraina con un maggiore sostegno militare e finanziario», ha detto.

«La Russia potrebbe fermare le uccisioni e i bombardamenti in qualsiasi momento.

Potrebbero farlo, proprio ora, oggi stesso», ha invece ribadito la portavoce della Commissione Anitta Hipper mentre il Cancelliere tedesco in pectore Merz parla apertamente di «difendere la sovranità dell'Ucraina» da chi vuole metterla in dubbio, mentre per l'ex presidente Medevedev la Russia «ha sbagliato a fidarsi dell'Occidente, inclusi i più grandi Paesi, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia», aggiungendo che Zelensky farà una fine triste e che «Svezia e Finlandia sono possibili obiettivi e bersagli per attacchi futuri».

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