Navi da guerra turche bloccano un mezzo Eni nelle acque di Cipro

La compagnia italiana è impegnata nella perforazione di un grande giacimento

Larnaca (Cipro) Una nave dell'Eni è stata bloccata da navi da guerra turche al largo di Larnaca nell'isola di Cipro. Eni ha confermato che il mezzo navale Saipem 12000 ha dovuto interrompere venerdì pomeriggio il viaggio di trasferimento verso una nuova location da perforare in quanto bloccato da alcune navi militari turche con l'intimazione a non proseguire perché sarebbero in corso attività militari nell'area di destinazione.

Il mezzo, fa sapere la compagnia italiana, ha prudentemente eseguito gli ordini e rimarrà in posizione in attesa di un'evoluzione della situazione. La Saipem 12000 ha in programma attività di perforazione per conto di Eni nel blocco 3 nelle acque della Zona Economica Esclusiva della Repubblica di Cipro.

Il governo italiano e l'Ue sono stati informati dell'incidente, ha detto il ministro degli Esteri cipriota Ioannis Kasoulides in una dichiarazione alle emittenti locali.

Proprio giovedì Eni aveva confermato di aver effettuato una scoperta di gas naturale in un «bacino promettente» al largo dell'isola di Cipro, precisando che sono stati pianificati ulteriori studi sulla scoperta, il cui valore complessivo è stimato in 500 milioni di euro.

I grandi giacimenti di gas scoperti negli ultimi anni nel Mediterraneo orientale hanno rivoluzionato la situazione delle disponibilità di questo importante bene energetico, con cambiamenti strategici rilevanti. Così ad esempio Israele è diventato autosufficiente e si accinge addirittura esportare gas all'estero; lo stesso vale a maggior ragione per l'Egitto, nelle cui acque Eni ha scoperto il gigantesco giacimento denominato Zohr, da poco attivo. Quanto a Cipro, le ricerche in pieno svolgimento hanno sollevato gli appetiti della Turchia, le cui pretese appaiono infondate, dal momento che l'area marina interessata ricade sotto la giurisdizione della Repubblica di Cipro, Stato sovrano e membro dell'Unione Europea.

Ancora negli ultimi mesi il presidente turco Erdogan aveva minacciato di usare la forza per far valere i presunti diritti della Turchia.

Ma già nel 2013 la stampa greca diffuse la notizia che un missile turco era stato lanciato contro una nave italiana che effettuava dei rilievi piazzando cavi sottomarini per conto di Cipro. Un gesto non isolato: la nave oceanografica turca «Barbaros» da anni «insegue» navi straniere impegnate nei rilievi tecnici per lo sfruttamento del gas.

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