Nel giorno della Liberazione si celebra solo la discordia

Le Comunità ebraiche disertano i cortei dell'Anpi Vietate le cerimonie in ricordo dei caduti di Salò

Nel giorno della Liberazione si celebra solo la discordia

Roma - La Festa della Discordia. Il 25 aprile è storicamente diventato il contrario di quello che avrebbe dovuto essere ovvero una celebrazione aggregante per trasformarsi invece in un'occasione di conflitto, di scambio di reciproche accuse e di ripescaggio di vecchi rancori mai davvero sopiti. Molto spesso è stato anche lo strumento per colpire il nemico di turno, il capro espiatorio sul quale riversare la responsabilità delle avversità contingenti. Anche quest'anno l'alba del 25 aprile si presenta così. Segnata dalle divisioni come sempre ma anche da toni particolarmente aspri nella capitale preceduta dalla bufera di polemiche che hanno travolto l'Anpi di Roma perché al corteo che oggi celebrerà il 72° della Liberazione dal nazifascismo prenderanno parte anche rappresentanti della comunità palestinese con il risultato che la presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello ha deciso che non parteciperanno al corteo ed ha attaccato l'Anpi. «Come italiana e come romana non mi sento più rappresentata dall'Anpi - ha detto la Dureghello - perché nega l'importanza del contributo degli ebrei romani e della Brigata ebraica alla lotta di liberazione dal nazifascismo». A nulla sono valsi gli appelli all'unità lanciati nei giorni scorsi dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ed infatti oggi nella capitale ci saranno due distinte manifestazioni che costringeranno la sindaca di Roma Virginia Raggi a fare la spola tra i due eventi.

A Milano dove ogni anno i rappresentanti della Comunità Ebraica vengono puntualmente e insultati dalle associazioni filopalestinesi quest'anno si guarda con particolare preoccupazione alla presenza del gruppo Bds (Boicottaggio disinvestimento sanzioni) Italia schierato «contro le politiche di colonizzazione, occupazione e apartheid portate avanti da Israele».

Per la prima volta non ci sarà la celebrazione in ricordo dei caduti della X Mas al campo Dieci del Cimitero Maggiore dove sono sepolti i caduti della Repubblica di Salò e i volontari italiani delle Ss. Per volontà del sindaco, Giuseppe Sala, che ha chiesto l'intervento del prefetto sono state proibite cerimonie ufficiali all'interno del cimitero. Per scelta del primo cittadino non sarà quindi possibile riproporre l' usanza di deporre una corona di fiori ai caduti.

Identico copione per il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, che ha chiesto l'intervento del prefetto di Monza e Brianza, Giovanna Vilasi, chiedendole di «vietare la parata delle organizzazioni neofasciste anche a Monza» dove « forze di stampo neofascista organizzano una parata all'interno del cimitero nella giornata del 25 aprile, che si conclude con

l'esibizione di bandiere e simboli della Repubblica di Salò». Visto il divieto di Milano il sindaco di Monza chiede che «analogo provvedimento venga assunto anche a Monza, in quanto non si giustificherebbe un diverso comportamento».

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