Tra ultimatum e frecciatine a distanza la stabilità del governo è sempre più a rischio. Alle stoccate reciproche tra M5S, Pd e Italia Viva ora si aggiunge anche l'incrinazione del rapporto tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Tutto è iniziato dall'improvvisa offensiva del Movimento 5 Stelle che richiedeva urgentemente la convocazione di un vertice di maggioranza: inizialmente il premier ha risposto con un secco "no", ma poi di fronte all'aumentare dei toni ha annunciato che nella giornata di lunedì vedrà le forze politiche per un confronto.
Liti e scontri
Il presidente del Consiglio ha bacchettato duramente i grillini dopo l'espressa volontà di effettuare delle modifiche alla manovra: "Il piano anti-evasione non può essere né smantellato né toccato. Io ho iniziato con il M5S che gridava 'onestà, onestà'...". E successivamente ha chiaramente avvertito tutti i componenti dell'esecutivo: "Bisogna fare squadra, chi non la pensa così è fuori dal governo". Da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che non vi era alcun riferimento al ministro degli Esteri, che però inevitabilmente si è sentito infastidito. Come riporta Il Fatto Quotidiano fonti della Farnesina fanno sapere: "Ha esagerato, lo vedo un po' nervoso... certi toni ci addolorano".
Dai piani alti del M5S arriva un'accusa ben precisa, indirizzata sempre a Conte: "Non fa altro che parlare con Dario Franceschini, si incontrano di continuo in via riservata. E si sta facendo imporre le modifiche alla flat tax per le partite Iva dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri".
Il "caso Fraccaro"
Ai danni del premier viene messo in luce un esempio che tende a dimostrare come sia rivolta maggiore attenzione al Partito democratico: "Due giorni fa Conte ha annunciato una riforma dell'Irpef, ma è un progetto a cui stava lavorando innanzitutto la viceministra Laura Castelli, e che doveva essere presentato in settimana, assieme".
A completare il circolo delle tensioni ci pensa il rapporto complicato con Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Conte al suo posto avrebbe voluto Roberto Chieppa, un tecnico di fiducia. Dal Movimento 5 Stelle continuano ad accusare: "Conte sta togliendo deleghe e spazio a Riccardo, giorno dopo giorno".
Pazienza limitata del Pd
Il ruolo di gettare acqua sul fuoco sta infastidendo parecchio il Pd: in particolar modo il segretario Nicola Zingaretti si è detto stufo di litigi quotidiani da parte degli alleati. Anche Dario Franceschini a più riprese ha avvisato: "Nessuno vuole far cadere il governo, ma a forza di alzare la palla su ogni provvedimento il gioco può sfuggire di mano".
Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è detto "consapevole dei rischi, se non le si mantiene dentro una dimensione fisiologica", e perciò ha invitato la squadra a "non inseguire le polemiche". Anche Andrea Orlando ha dato un consiglio: "Se per qualche alleato la fiducia è venuta meno, è meglio che lo si dica". Ma continuano i dubbi: "Cosa sta succedendo tra Di Maio e Conte? Quanto è grave?".
E intanto all'orecchio di Giuseppe Conte continua ad essere
sussurrata una voce, volta a ribadire come la pazienza dei dem sia limitata: "Non possiamo essere la forza che si fa carico di tutto. Senza una prospettiva condivisa, il governo avrà vita breve".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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