Roma Nuove speranze per la lotta contro il tumore al seno dalla molecola Ribociclib in associazione alla terapia endocrina. Un farmaco già noto ma che in associazione con altri trattamenti mirati ha dimostrato di garantire ottimi risultati di sopravvivenza anche nelle donne più giovani con tumore al seno metastatico.
«Per ora in Italia è stato approvato solo per le donne in post-menopausa. L'auspicio è quello di ampliarne l'indicazione anche nelle donne in pre-menopausa visti anche i risultati dello studio», spiega la professoressa Lucia Del Mastro, responsabile della Breast Unit dell'Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova
Si tratta di una nuova terapia mirata innovativa nella quale l'uso del Ribociclib, alza la soglia di sopravvivenza globale nel tumore della mammella fino al 70,2 per cento a 42 mesi in associazione alla terapia endocrina, mentre con la sola terapia endocrina la sopravvivenza si ferma al 46 per cento.
Sono i risultati emersi dallo studio Monaleesa-7 che è già conclusivo in fase III, ovvero verificato su una platea molto estesa di pazienti. Lo studio ha valutato Ribociclib in associazione alla terapia endocrina come trattamento iniziale rispetto alla sola terapia in donne nella fase che precede la menopausa con tumore al seno in stato avanzato o anche già metastatico. Risultati che danno speranza a molte donne e che sono stati presentati al Congresso Annuale dell'American Society of Clinical Oncology (Asco), in corso a Chicago. «In Italia vivono più di 37mila donne con diagnosi di tumore della mammella metastatico. Tra queste 3.700 hanno meno di 49 anni - spiega la professoressa Del Mastro - Donne giovani, nel pieno della loro vita familiare e professionale, come madri, mogli e lavoratici. In questi casi, la malattia ha un impatto profondo sull'intera famiglia. Da qui la necessità di opzioni terapeutiche innovative che garantiscano quantità e qualità di vita». L'obiettivo non è soltanto curare ma anche una minore invasività delle terapie. La ricercatrice sottolinea come Ribociclib sia un trattamento caratterizzato da un'efficacia superiore rispetto alle terapie anti-ormonali standard e a bassa tossicità. E non provoca la caduta dei capelli. La paziente in terapia dunque può sottoporsi alle cure mantenendo uno stile di vita «normale». In questa ricerca un posto di primo piano spetta all'Italia che ha preso parte al programma di ricerca clinica per lo sviluppo di Ribociclib con circa mille pazienti inclusi negli studi clinici. Come spiega il professor Michelino De Laurentiis, direttore del dipartimento di Senologia e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione G. Pascale di Napoli: «l'obiettivo del trattamento del carcinoma mammario metastatico è la cronicizzazione».
In Italia una donna su 8 si ammala di tumore al seno nel corso della sua vita. Circa 50mila i nuovi casi ogni anno e la sopravvivenza è pari all'87 per cento a 5 anni dalla diagnosi e all'80 a 10 anni.
Al congresso era presente anche Cittadinanzaattiva che ha rilanciato la denuncia sulle lunghe liste di attesa per eseguire esami diagnostici, visite ed interventi chirurgici necessari ai malati oncologici.
Oltre un cittadino su dieci segnala tempi troppo lunghi per gli esami diagnostici: in media 13 mesi per una mammografia e 9 per una colonscopia. Si ferma al 10 per cento la percentuale di cittadini con problemi di liste di attesa per le visite specialistiche, circa 8 mesi in media, ed anche per la chemio e radioterapia.
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