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"Omofobia, una legge per la libertà di amare. Ma anche di esprimersi"

L'azzurra prima firmataria del testo: "Punire gli abusi eliminando i pericoli del ddl Zan"

"Omofobia, una legge per la libertà di amare. Ma anche di esprimersi"

Senatrice Licia Ronzulli, lei è la prima firmataria della legge contro l'omofobia del centrodestra. Come nasce questa iniziativa?

«Nasce per affrontare un problema e, non le nascondo, anche per smentire una volta per tutte la rappresentazione che prova a fare la sinistra del tema dei diritti. Non è che se si considera sbagliata e per certi tratti pericolosa la legge Zan, allora si è pericolosi omofobi. Affrontiamo il problema in maniera intelligente, inclusiva e non divisiva».

Ne ha discusso anche con Berlusconi?

«Certamente. Il leader di Forza Italia segue il nostro lavoro. Questo testo rispetta e fa una sintesi delle diverse posizioni all'interno di Forza Italia».

A sinistra c'è chi vi accusa di voler solo affossare il ddl Zan. Che cosa risponde?

«È una falsità! Una narrazione strumentale che usano perché non hanno altri argomenti. O la loro legge o niente».

Il testo porta anche le firme di Salvini, Lega, Binetti, Udc, Quagliariello, Cambiamo e ha avuto anche l'adesione di Fdi. Come avete raggiunto questa convergenza?

«Semplice, abbiamo scritto una norma di buon senso e ampiamente condivisibile. E proprio l'ampia convergenza che c'è stata su questo ddl smentisce chi dice che noi non vogliamo una legge».

La legge interviene sull'articolo 61 del codice penale, aggiungendo aggravanti specifiche per origine etnica, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, età e disabilità. Perché la scelta di non toccare la legge Mancino?

«La violenza, le aggressioni, le percosse e altre forme di abuso sono dei reati già esistenti e quindi ci è sembrato più logico inasprire le pene per queste fattispecie quando si concretizzano con le finalità discriminatorie che abbiamo previsto con il nostro testo. E poi perché toccando la legge Mancino e aprendo ad una fattispecie di discriminazione si rischia di escluderne altre. Sa quanti ragazzi si sono tolti la vita per essere stati bullizzati in quanto obesi? Lasciamo fuori questa fattispecie di discriminazione?».

Che cosa dice la legge a proposito dell'articolo 69, in caso di compresenza di circostanze attenuanti e aggravanti?

«Abbiamo previsto una sorta di blindatura' della pena, motivo per cui non ci potrà essere un bilanciamento tra le circostanze aggravanti ed eventuali attenuanti. In questo modo si garantisce la repressione dei fenomeni senza possibilità di scappatoie e quindi di sconti di pena».

A differenza del ddl Zan, voi parlate di sesso e orientamento sessuale, non di genere e identità di genere. Perché questa scelta?

«Nessuna legge che mira a prevenire e punire delle discriminazioni può avere la pretesa addirittura di introdurre nuove definizioni. Lo precisa con grande chiarezza anche Luca Ricolfi, secondo cui questa pretesa rischia di determinare effetti aberranti'. Queste definizioni non sono altro che un grimaldello per imporre la teoria gender fluid. Inoltre pensiamo ai successi ottenuti dalle donne oggi: l'alternanza di genere uomo-donna nelle liste elettorali, la doppia preferenza, le quote rosa... buttiamo via tutto? Il legislatore non può essere schizofrenico».

Molti timori sono stati sollevati, a sinistra come a destra, sui rischi del ddl Zan per la libertà di espressione, di educazione e di religione. Qual è il suo parere su questo punto?

«Per noi ogni libertà è sacra, quella di amare chiunque si voglia, come la libertà religiosa e la libertà di espressione. Per questo il ddl Zan è pericoloso: introduce un reato di opinione che assegna a un magistrato il compito di dire quale opinione rappresenti un reato e quale no, cosa una persona ha diritto di pensare e dunque dire e cosa no. Questo magistrato, ovviamente, può deciderlo discrezionalmente».

Quali e quante audizioni ritenete indispensabili per avere una buona legge?

«Quelle che serviranno. Ovviamente debbono avere un senso, non possono essere e non saranno mai una manovra dilatoria per perdere tempo».

Come valuta la proposta di mediazione di Italia viva formata dal senatore Faraone?

«È la stessa cosa che propongo da giorni: si rinunci a posizioni granitiche che rischiano di far arenare la discussione. Ho presentato questo testo per dare un contributo a un dibattito. Sediamoci attorno a un tavolo con tutte le proposte formulate e individuiamo la strada migliore per approvare una buona legge che sia davvero utile e di tutti e non solo di una parte».

Che cosa propone come lodo Forza Italia? Quali modifiche allo Zan sono necessarie?

«Sicuramente da eliminare l'introduzione di un nuovo reato di opinione, la discrezionalità del giudice, le definizioni di genere e identità di genere e togliere la parte, cosi come è scritta, che riguarda l'informazione nelle scuole. Le famiglie devono poter decidere quando parlare di argomenti attinenti alla sfera sessuale. Ogni bambino ha maturità e sensibilità differenti, e questo lo sa solo un genitore. Pensiamo che oggi per l'ora di religione è obbligatorio il consenso dei genitori».

Quando si aspetta che l'aula del Senato approverà la legge?

«Vogliamo si giunga all'approvazione di una buona legge entro questa legislatura».

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