Le Ong talebane tutte in mare: in 55 salvati e portati in Sicilia

Open Arms attivissima, in arrivo anche la Alan Kurdi per mettere in crisi il nostro Paese. E gli sbarchi aumentano

Le Ong talebane tutte in mare: in 55 salvati e portati in Sicilia

Il fronte del mare si riapre dopo la vicenda Sea Watch. Ieri le nostre motovedette hanno portato in Italia 55 migranti, alcuni in condizioni precarie. Dal 18 al 28 giugno, in soli dieci giorni sono sbarcate 407 persone evidenziando l'aumento degli arrivi a causa dell'estate. Le motovedette italiane non sono andate a recuperare gli ultimi migranti davanti alla Libia come i talebani dell'accoglienza tedesca. L'intervento si è sviluppato nella zona contigua alle nostre acque territoriali fra le 12 e 24 miglia. Nave Open Arms dell'omonima Ong spagnola, che ha sostituito Sea Watch 3 sotto sequestro, è presente in zona nel tentativo di recuperare qualche gommone.

I 55 migranti erano a bordo di una barca in legno. Alarm phone, il centralino dei migranti, che fa parte della rete dei talebani dell'accoglienza, aveva rilanciato l'allarme di Open Arms che chiedeva come da copione «un porto sicuro in Europa» per il barcone in legno. Secondo gli spagnoli era stata «localizzata un'imbarcazione partita dalla Libia con 40 persone, 4 bimbi e 3 donne in gravidanza, alto livello di disidratazione dopo 3 giorni di viaggio».

In realtà il Giornale è in grado di confermare che la prima segnalazione è giunta al Centro di soccorso di Roma da un peschereccio tunisino. E la Guardia costiera ha cominciato a predisporre l'operazione in acque di competenza italiana. Gli stessi spagnoli hanno filmato il soccorso confermando che i primi migranti erano diretti a Lampedusa. In 11, tra cui 4 bimbi, 3 donne in gravidanza e alcune persone in avanzato stato di disidratazione, sono state trasportate da una motovedetta della Guardia costiera verso Lampedusa. Altri 44 migranti a bordo di un mezzo della Guardia di finanza erano attesi a Pozzallo.

Ieri era ancora in corso un secondo evento con un barchino sempre in legno, ma più piccolo e 6 migranti a bordo. La situazione era monitorata dai maltesi, che pure per il primo caso avrebbero allertato Open Arms. Sul barchino che si trovava a circa 28 miglia volava anche un aereo dell'agenzia europea Frontex.

E dalla Libia giungono notizie drammatiche, veicolate ad hoc, su una ventina di migranti morti per fame e sete nel centro di detenzione di Zintan difficile da raggiungere a causa dei combattimenti.

I dati del Viminale dimostrano che gli arrivi sono in aumento anche se non a livello di guardia. Dall'inizio dell'anno i 2.601 sbarchi sono l'84,30% in meno del 2018. L'impennata di giugno registra quasi 300 arrivi in più con 1.040 migranti totali, rispetto al mese precedente. Il dato significativo è che in soli dieci giorni, fra il 18 e 28 giugno, sono sbarcate ben 407 persone sulle nostre coste.

E le Ong estremiste stanno attuando un piano ben preciso per mettere in difficoltà l'Italia. Oltre agli spagnoli di Open Arms stanno arrivando a dare man forte gli irriducibili di Sea Eye con la nave Alan Kurdi. L'imbarcazione della Ong tedesca, «sorella» di Sea Watch, ieri sera si trovava al largo del porto tunisino di Biserta diretta verso la Libia.

Da gennaio i talebani dell'accoglienza hanno stretto un patto chiamato United4Med.

«Un'alleanza che nel momento in cui si voleva desertificare il Mar Mediterraneo mette in moto una flotta solidale europea (...) di fronte al tentativo di criminalizzare l'atto umanitario» aveva annunciato Alessandro Metz, armatore di Mare Jonio, una delle navi sotto sequestro.

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