Ora Spelacchio è "indagato": l'Anac chiede lumi alla Raggi

Nel mirino il contratto di servizio per l'albero di Natale E l'assessore ai Trasporti: «Bus e metro a rischio blocco»

Ora Spelacchio è "indagato": l'Anac chiede lumi alla Raggi

Da normale abete a simbolo dei guai a Cinque Stelle. La triste parabola di «Spelacchio» sembra non finire mai, nemmeno passate le feste. L'albero di Natale carente in fogliame che ha riempito le pagine dei giornali di mezzo mondo per il triste spettacolo che offriva a romani e turisti in piazza Venezia adesso finisce pure «sotto inchiesta». Un esposto del Codacons all'Anac ha infatti spinto l'authority anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ad avviare una verifica, e scrivere in conseguenza al Campidoglio per chiedere di fare luce su alcuni aspetti che non tornano.

Il primo punto su cui l'Anac ha chiesto chiarimenti è il mancato rispetto del principio di rotazione del servizio di logistica dell'albero. Infatti negli ultimi tre anni è stata la stessa ditta, su incarico del Comune di Roma, a occuparsi del trasporto, del posizionamento e della rimozione dell'albero di Natale «cittadino» in piazza Venezia. Anche il costo del servizio è finito nel mirino dell'Anticorruzione, visto che la cifra versata dalle casse comunali per «Spelacchio» nel 2017, 38mila euro più iva, è stata pari a quella investita nel 2015, ma che due anni fa era stata sufficiente per «movimentare» non uno ma due abeti. Da qui la missiva che chiede al Campidoglio una replica sulle due criticità sollevate dopo l'esposto, e concede all'amministrazione capitolina trenta giorni per fornire chiarimenti sul contratto di servizio e sull'importo per lo stesso. E se Spelacchio continua a creare grattacapi a Virginia Raggi, i guai sembrano non finire mai. Ieri Palazzo Chigi, dopo le dimissioni dell'assessore Silvia Scozzese, che era anche commissario al piano di rientro del debito di Roma Capitale, ha confermato che la nuova nomina non potrà riguardare il sindaco, come auspicava la giunta. Sui rifiuti si aprono spiragli? Le magagne d'improvviso arrivano dal trasporto pubblico. Con il «venerdì nero» di domani, per cominciare, uno sciopero proclamato dall'Usb contro il piano di concordato per l'Atac, che potrebbe paralizzare la città: a rischio di interruzione del servizio, dalle 8,30 alle 17 e dalle 20 a fine turno, bus, metropolitane, tram, e ferrovie locali. Persino biglietterie e scale mobili nelle fermate metro non sono garantite, secondo l'agenzia per la mobilità.

Ma proprio sul concordato, a tenere banco è stato l'allarme dell'assessore alla mobilità della Raggi, Linda Meleo. Che in Campidoglio, ieri, a margina della discussione in commissione della proroga dell'affidamento ad Atac del servizio di trasporto, ha parlato del rischio di una paralisi del servizio in mancanza di un lieto fine del concordato. «Se il concordato non dovesse andare a buon fine e tramutarsi in un fallimento aziendale o in una amministrazione straordinaria già dal 27 gennaio ci sarebbe il rischio di blocco del servizio», la dichiarazione di Meleo, che poi ha insistito: «Se non ci fosse la proroga che supporta il piano industriale che è ancora work in progress, il pericolo di blocco del servizio sarebbe molto concreto». Parole che hanno scatenato polemiche, lette come un tentativo di influenzare la decisione del giudice che dovrà esprimersi.

Tanto che l'assessore in serata ha corretto il tiro. «A Roma non c'è nessun rischio paralisi del servizio di trasporto pubblico. Alcune mie dichiarazioni sono state mal interpretate», ha spiegato seccata. Come Spelacchio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica