«Personalmente sono favorevole a far entrare gli animali in corsia, rispettando regole precise». Roberto Chiesa è primario di Chirurgia vascolare dell'ospedale San Raffaele, che come gli altri ospedali della Lombardia potrebbe applicare il regolamento regionale che contempla l'entrata dei quattro zampe nei corridoi e nelle stanze. Chiesa ha un meticcio di nome Liz, «come Liz Taylor - specifica -. Mi sveglio tutte le mattine alle sei per portarla a passeggio e confesso che questo è uno degli spazi più belli della mia giornata. Silenzio, divertimento, relax».
Pensa che i suoi colleghi di altri reparti potrebbero condividere il suo pensiero?
«Ovviamente non è un processo semplice, perché immagino che ci siano molti pregiudizi da scardinare, ma ritengo che i benefici portati da un animale all'interno dell'ospedale siano superiori ai pregiudizi».
I pazienti manifestano la necessità di poter vedere il loro pet?
«Alcuni lo hanno fatto con molta delicatezza, perché confessano di sentirne la mancanza».
Cosa avverte in questa richiesta?
«Una grande dolcezza e tenerezza, stati d'animo che infondono una dimensione positiva all'interno di una persona ammalata, che sente la necessità di relazionarsi con esseri capaci di infondere serenità, sicurezza, simpatia. Il cane o il gatto rappresentano una parte del cuore di una persona».
Ne ha parlato con qualche sua collega?
«Ammetto che non è un discorso molto affrontato, ma con ciò non sto dicendo che sia di interesse. Va indubbiamente preso in considerazione nell'ottica di un miglioramento psicologico del paziente, soprattutto quando si tratta di lunghe degenze». Sarà difficile applicarlo al San Raffaele?
«Immagino che richieda un iter particolare. Credo che dovrà implicare l'interessamento del responsabile della direzione sanitaria, dei responsabili di un reparto, di un veterinario e di un legale. E immagino che poi si dovrà dibattere la questione a seconda del caso. Se si presenta un mastino di 40 chili sarà diverso rispetto a un barboncino».
Ha mai portato Liz all'interno dell'ospedale?
«No, non l'ho mai fatto perché è proibito».
Ritiene che gli animali possano curare?
«Curare è una parola troppo forte. Ritengo che possano essere portatori di una piacevolezza che senza dubbio porta giovamento al paziente ricoverato tra mura che destano sempre preoccupazione».
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