La protezione offerta dai vaccini è efficace per tutti ma nel caso degli anziani fragili funziona come un vero e proprio «salvavita». Nel caso degli over 80 il tasso di decesso per chi non ha fatto neppure una dose è 13 volte più alto. L'ultimo studio dell'Istituto superiore di Sanità conferma che la vaccinazione è cruciale in quella categoria che infatti è stata la più colpita nella prima fase dell'epidemia quando non c'erano vaccini e anche le terapie dovevano ancora essere messe a punto.
Anche per i ricoveri la profilassi è protettiva. Nella fascia d'età dagli 80 anni in su negli ultimi 30 giorni è stato registrato un tasso di ricovero 8 volte più alto tra i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo: sono 222,5 i ricoverati tra i non protetti contro i 26,8 tra i vaccinati per 100.000 abitanti.
Il dato che colpisce di più e che ancora una volta viene confermato è quello sui decessi: 13 volte più alto. Sono 129,5 le vittime scoperte contro 9,8 dei vaccinati. Il report conferma l'efficacia dei vaccini con «forte riduzione del rischio di infezione nelle persone completamente vaccinate rispetto alle non vaccinate», 78% per la diagnosi, 93% per i ricoveri, 95% per la terapia intensiva e per i decessi.
Dunque ribadita l'importanza della vaccinazione e ottenuto dall'Agenzia italiana del farmaco, Aifa, l'ok il ministero ha emanato la circolare che dà il via libera alla terza dose per gli over 60 e per i fragili dai 18 anni in poi. Per gli immunocompromessi e gli over 80 le somministrazioni erano già partite. A ieri le terze dosi inoculate erano salite a 288.740. Non è previsto alcun obbligo anche se la terza dose è raccomandata dagli esperti e non è neppure prevista per una eventuale conferma del green pass che al momento si ottiene con la vaccinazione primaria.
Nella circolare del ministero firmata dal direttore della Prevenzione, Gianni Rezza, si chiarisce prima di tutto la differenza fra dosi addizionali e dosi booster, o richiami. La dose addizionale è di fatto un completamento del ciclo vaccinale primario (due dosi) destinato a quei pazienti che, di solito per pregresse patologie, non hanno risposto a sufficienza alle prime due dosi non formando un numero sufficiente di anticorpi. In questi soggetti la risposta del sistema immunitario è scarsa e dunque occorre una ulteriore sollecitazione, una dose addizionale. Mentre il booster o richiamo è appunto una sollecitazione ulteriore per chi aveva risposto sufficientemente al ciclo primario ma necessita di un prolungamento della protezione.
I vaccini che saranno utilizzati per la terza dose sono esclusivamente quelli ad Rna messaggero, ovvero Pfizer e Moderna. Per l' addizionale è possibile utilizzare entrambi mentre per la dose di richiamo al momento l'Ema ha dato il via libera soltanto per Pfizer.
Anche chi era stato vaccinato con due dosi di Astrazeneca o una dose di Johnsson & Johnsson, ovvero i vaccini a vettore virale che in sostanza sono oramai «fuori mercato», riceverà comunque una terza dose con vaccino m-Rna visto che è stato dimostrato che la vaccinazione cosiddetta eterologa garantirebbe
addirittura una protezione maggiore rispetto all'omologa. Per la terza dose l'indicazione è di aspettare almeno sei mesi dalla somministrazione della seconda. Sarà possibile effettuare insieme la terza dose e l'antinfluenzale.
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