Il Papa apre ai divorziati "Se non c'è più amore non nega il sacramento"

Chi si separa «attesta la santità del vincolo dichiarando non realizzabile il suo senso»

Il Papa apre ai divorziati "Se non c'è più amore non nega il sacramento"

Roma Sì al divorzio se non c'è più amore nella coppia. La Pontificia Commissione Biblica, organismo della Congregazione per la Dottrina della Fede, apre alla possibilità del divorzio. Pur ribadendo «l'indissolubilità» del matrimonio, lo studio voluto dal Papa e presentato ieri nella sala stampa della Santa Sede sottolinea che «non fa un atto contro il matrimonio» il coniuge che, costatando che il rapporto coniugale non si fonda più sull'amore, decide di divorziare.

Si intitola Che cosa è l'uomo, il volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana che ha dedicato un intero paragrafo al tema del divorzio. «Il Maestro asserisce perentoriamente l'indissolubilità del matrimonio, vietando il divorzio e nuove nozze». E tuttavia, i teologi ricordano che «non fa un atto contrario al matrimonio il coniuge che - constatando che il rapporto sponsale non è più espressione di amore - decide di separarsi da chi minaccia la pace o la vita dei familiari; anzi, egli attesta paradossalmente la bellezza e la santità del vincolo proprio nel dichiarare che esso non realizza il suo senso in condizioni di ingiustizia e di infamia».

Il Papa aveva ventilato la possibilità del divorzio «cristiano» già nel maggio 2018, quando aveva sottolineato: «Non dobbiamo soffermarci sul fatto se si possa o meno dividere un matrimonio. Alle volte accade che il rapporto non funzioni e allora è meglio separarsi per evitare una guerra mondiale, ma questa è una disgrazia».

Lo studio presentato ieri è una lettura antropologica sistematica della Bibbia aggiornata ai nostri giorni. Come ha spiegato il gesuita, padre Pietro Bovati, segretario della Pontificia Commissione Biblica a Vatican News: «La richiesta è venuta dal Papa in persona e il risultato sono i quattro capitoli di indagine conoscitiva della creatura umana e del suo rapporto col Creatore, così come narrati dalla Scrittura. Nella sua storia millenaria - si legge nell'introduzione l'umanità ha progredito nella conoscenza scientifica, ha via via affinato la sua consapevolezza dei diritti dell'uomo, testimoniando un crescente rispetto per le minoranze, gli indifesi, i poveri ed emarginati». Il testo della Commissione dell'ex Sant'Uffizio affronta anche altre tematiche spinose, come la questione del gender. «Ci sembra - ha aggiunto padre Bovati - di aver risposto proprio a quello che la Chiesa chiede a noi, cioè di non dire delle cose che non sono quelle che la Bibbia presenta. Quindi abbiamo accettato di affrontare le questioni, rispettando il livello di informazione che noi abbiamo dalla Scrittura. Ci sono delle domande che gli uomini pongono oggi che non trovano un'immediata e precisa risposta nelle Scrittura, perché le situazioni culturali del tempo antico non sono le nostre. Noi formuliamo, anche in queste questioni, alcuni principi, come per esempio l'importanza della differenza che è iscritta nella creazione stessa, come un elemento per comprendere il disegno di Dio anche nei confronti di ogni singola creatura. Questo come un principio che può aiutare, forse, altre discipline teologiche, psicologiche, pastorali a svilupparle poi in maniera adeguata tenendo conto delle circostanze, delle culture, delle riflessioni che oggi vengono anche dal mondo sapienziale.

Quindi la Bibbia offre alcuni principi, alcune indicazioni utili per una riflessione che però è affidata anche ad altri interpreti del pensiero cristiano, come i teologi, i moralisti, i pastori, per poter rispondere in maniera più adeguata alla domanda che l'uomo comunque rivolge alla Chiesa».

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