Quando si andrà al voto sulla riforma del Senato, "spero nel più ampio consenso possibile, anche dopo le modifiche della proposta di legge iniziale. Ma dico con chiarezza che l’articolo due è intoccabile. È stato già approvato in conformità da Camera e Senato, se si mette in discussione si potrebbe chiedere lo stesso per tutti gli altri punti votati in maniera analoga". Lo spiega al Mattino Nicola Latorre del Pd che aggiunge: "Io, su questo, avverto un grande rischio", "l’apertura di varchi alla Lega e al Movimento 5 Stelle, che con intento dichiarato lavorano per far saltare le riforme. Abbiamo aperto margini di discussione sull’impianto della legge, ma ostinarsi sull’articolo due spariglia tutto e dà spazio alle opposizioni".
Alla domanda se ci sarà la scissione, Latorre replica: "Ogni tanto qualcuno paventa questo rischio, ma poi leggo quasi sempre dichiarazioni che lo escludono. In diverse occasioni - ricorda poi Latorre -, esponenti del Pd hanno votato diversamente dalla maggioranza e non ci sono stati provvedimenti disciplinari. Bersani dice che non si può invocare la disciplina di partito sulle riforme istituzionali, ma chi lo ha fatto? C’è un voto di coscienza, che è questione individuale. Qui, però, si va oltre".
"Quando il dissenso individuale diventa collettivo e di gruppo - sottolinea -, si entra in una logica di soggetto politico. Di gruppo, appunto, e questo lo trovo incomprensibile". Alla domanda se il Pd accetterà il soccorso dei voti del gruppo di Verdini, Latorre fa presente: "Non chiediamo voti, ma l’atteggiamento della minoranza di certo può dare spazio ai verdiniani. Non è questione di venire in soccorso alla maggioranza".
ulla questione Sud scomparsa dal dibattito Pd dopo la direzione nazionale il 7 agosto, Latorre afferma: "Il punto è delicato. Accentrare il confronto politico sulla riforma istituzionale distoglie da altre priorità. Credo che Renzi, sabato prossimo, alla Fiera del Levante dirà e annuncerà qualcosa. Il governo lavora per inserire nella legge di Stabilità interventi e progetti per il Mezzogiorno. Il dibattito pubblico nazionale invece è assente, fatta eccezione per i giornali meridionali.
Ho un’antica amicizia con Massimo D’Alema - dice infine Latorre -, che considero il mio maestro politico. Al congresso, però, ho sostenuto con convinzione Renzi e non condivido le recenti critiche di D’Alema. Sul piano personale, per me non è cambiato nulla, ma politicamente io e D’Alema siamo lontani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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