"La penale? Ci pensiamo noi con una colletta"

Polverini: "Matteo vittima dei malpancisti. Tanti iniziano a trovarsi a disagio in coalizione"

Roma - Ieri mattina, all'Ergife, è stato tra i più applauditi. Nell'albergo romano si teneva un convegno che chiamava gli amministratori locali di Forza Italia a confrontarsi sul tema «Le città, l'Italia, l'Europa che vogliamo». E lì Matteo Dall'Osso è stato accolto con un lungo applauso. L'ingegnere quarantenne (già alla seconda legislatura) che ha lasciato il Movimento Cinque Stelle per approdare a Forza Italia dopo che i colleghi di partito avevano domenica notte ritirato i suoi emendamenti in favore dei disabili dal testo della Legge di Bilancio durante il voto in Commissione.

«Da tempo Matteo era critico con il Movimento - racconta Renata Polverini, artefice del suo passaggio a Forza Italia -. Lo conosco da anni. È una persona molto sensibile che crede nella sua missione. Non si aspettava questo muro da parte dei suoi colleghi grillini». La Polverini racconta di essersi trovata in Commissione bilancio per sostituire un collega e di aver assistito alla bocciatura dell'«emendamento Dall'Osso». «Matteo non si è dato per vinto - ricorda la Polverini - e mi ha chiesto di firmare con lui l'emendamento bocciato per ripresentarlo. E io non soltanto ho accettato ma ho anche convinto i miei colleghi di partito. Anche quelli del Pd hanno votato». Purtroppo, il finanziamento per attivare un sistema informatico nei Comuni in aiuto dei disabili «in trasferta», è stato comunque bocciato dalla maggioranza. «Ho spiegato a Matteo - racconta l'ex segretario nazionale dell'Ugl - che succede spesso ai parlamentari di maggioranza di subire frustrazioni come questa. Però gli ho anche spiegato che non è vero che Forza Italia è il partito di un uomo solo al comando. Ci stanno tante sensibilità diverse. Ognuno è libero di votare secondo coscienza e di portare avanti le battaglie in cui crede. Anche a me è capitato un paio di volte nella passata legislatura di votare diversamente dal gruppo». Insomma il regime di partito così blindato nei Cinque Stelle non è la norma in parlamento. A quel punto Matteo Dall'Osso ha chiesto alla Polverini di poter conoscere Silvio Berlusconi e la stessa, dopo aver incassato il consenso della capogruppo Mariastella Gelmini, ha presentato il giovane ingegnere al presidente di Forza Italia. I social ovviamente si sono scatenati sul parlamentare «voltagabbana». «Piuttosto che fare i bulli sui social - avverte la stessa Gelmini - i grillini si chiedano come mai Dall'Osso ha deciso di cambiare gruppo. L'Italia fino a prova contraria è una Repubblica democratica e i suoi parlamentari sono liberi».

La vicenda di Dall'Osso, malato di Sla e da sempre paladino dei diritti dei disabili, ricorda quanto successo già al momento della votazione del Decreto sicurezza, con un piccolo gruppo di pentastellati irremovibili nel votare contro. «Ci sono molti malpancisti - ricorda la Polverini -. Tanti iniziano a trovarsi a disagio ma questo è naturale visto il legame innaturale di questa coalizione di governo». La stessa Polverini rassicura: «qualora il Movimento chieda la penale a Matteo (100mila euro per chi lascia il gruppo parlamentare, ndr), ci pensiamo noi con una colletta».

Il presidente Roberto Fico, però, rassicura: «Non mi sembra all'ordine del giorno. Né in discussione. Infatti non mi sembra che nessuno lo abbia detto». Anche Luigi Di Maio smorza i toni: «Voglio prima capire cosa è successo davvero».

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