Parigi Un progetto «impreciso e non ben definito» per colpire il presidente francese Emmanuel Macron. Con quest'accusa gli agenti dei Servizi per la sicurezza interna, la Dgsi, ieri hanno arrestato sei persone in tre diverse località della Francia. Cinque uomini e una donna tra i 22 e i 62 anni, apparentemente legati all'ultradestra, sono sospettati d'aver preparato «un'azione violenta» contro il presidente della Repubblica. L'indagine preliminare è per «associazione a delinquere con finalità terrorista», in attesa di stabilire la natura precisa e l'entità effettiva della minaccia.
Poco più di un anno fa, fu stoppato sul nascere un doppio progetto di attacco proveniente dagli stessi ambienti: obiettivi il leader della sinistra estrema, Jean-Luc Melenchon, e Christophe Castaner, allora segretario di En Marche e oggi ministro dell'Interno. Una dozzina di persone che gravitavano sempre nei «movimenti dell'ultradestra» sono state fermate lo scorso giugno, poi ancora a luglio e quattro di loro sono tuttora in carcere con l'accusa di voler «liberare la Francia dal pericolo islamico» attaccando moschee e donne che indossavano il velo.
La nuova inchiesta preliminare punta a scoprire se i sei individui fermati ieri nella Moselle, in Ille-et-Vilaine e nel dipartimento dell'Isère fossero davvero in procinto di attentare alla vita del presidente Macron. Non sono noti alle autorità, le quali non negano la difficoltà di individuare simili cellule, che si possono innescare in gruppo o con azioni singole sul modello Breivik, il lupo solitario norvegese che uccise 77 persone tra Oslo e l'isola di Utoya.
Proprio Anders Breivik, in Francia vanta moltissimi ammiratori. Tra loro, Logan Nisin, il 21enne arrestato un anno e mezzo fa con l'accusa di voler uccidere Mélenchon. Al killer norvegese aveva dedicato una pagina Facebook ricca di elogi e seguaci. Aveva ideato una sorta di milizia chiamata OAS (Organisation d'armées sociales), con esplicito riferimento alla disoccupazione e soprattutto all'OAS (Organisation armée sècrete) responsabile agli inizi degli Anni '60 di una serie di attentati contro chiunque difendesse l'indipendenza dell'Algeria, De Gaulle compreso. Di fatto, il fallito emule francese di Breivik voleva creare un ufficio di collocamento per terroristi al grido di: «Assumiamo cacciatori di arabi».
L'attivismo dell'ultradestra in Francia fa temere il risorgere di attacchi, stimano i Servizi, che parlano di un movimentismo in forte crescita da un paio d'anni: piccoli gruppi uniti ideologicamente da un razzismo anti-Maghreb. Dopo l'attentato fallito a Chirac nel 2002, in cui un 25enne neo-nazi fece fuoco con una carabina, l'ultradestra sembrava in ibernazione, invece è tornata in auge interessando anche giovanissimi profili.
L'informativa è stata confermata lunedì dal ministro dell'Interno Castaner, che ha ammesso l'attenzione per «l'emersione di movimenti estremisti di destra come di sinistra, particolarmente attivi sul nostro territorio».
«Questo fenomeno spiegava il suo predecessore Gérard Collomb a L'Express lo scorso settembre in Francia si riferisce a un numero da 1.500 a 2.000 persone, poi c'è un nucleo più duro che è in grado di agire, di combattere, o semplicemente di arrampicarsi su un tetto e mostrare striscioni anti-immigrati o anti-repubblicani».
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