“Non mi interessa se il Movimento a livello nazionale segue questo indirizzo. Ho le mie idee e anzi se la parabola del M5S è quella che vediamo dipende proprio da un certo modo di fare l’opposizione. Dire che tutto va male non serve, ci vuole un cambio di paradigma culturale. Io il Vaffa non l’ho mai detto e non mi sogno di farlo”. Federico Pizzarotti, intervistato dal Corriere della Sera, prende per l’ennesima volta le distanze dalla linea politica “romana”. Sulla situazione della “sua” Parma che versa in una cisi sempre più grande per l’alto debito e per la probabile chiusura dell’aeroporto, Pizzarotti si difende: “Il debito lo abbiamo ridotto a 550 milioni, mentre per l’aeroporto “bisogna cercare un investitore da 50 milioni in su e un piano decennale”.
Vicino al fallimento è anche il Parma calcio che il sindaco definisce “il terzo brand della città dopo il parmigiano e il prosciutto”, si dice pronto a intervenire e fissa subito l’obiettivo: “ripartire dalla serie B ed evitare ulteriori retrocessioni”. Poi scarica l’attuale presidente Manenti: “non è più credibile” e se “non è in grado di continuare si faccia da parte e basta”, chiarisce che non si può “stare ad aspettare che per ogni cosa intervenga Barilla" e accusa gli imprenditori locali: “ci sono però persone credibili che sarebbero anche disposte a farsi avanti e che si ritraggono”. Nonostante la crisi, però, secondo Pizzarotti, “la città è ricca” e può “ripartire” ma “bisogna metterci la faccia, non basta più stare dietro le quinte” e ai presunti poteri forti della città dice: “forti o non forti è il momento che non si nascondano”.
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