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Ponte sullo stretto stipendi e pensioni. Governo in campo contro il vincolo del patto di stabilità

Ponte sullo stretto stipendi e pensioni. Governo in campo contro il vincolo del patto di stabilità

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Ponte sullo stretto stipendi e pensioni. Governo in campo contro il vincolo del patto di stabilità

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È il giorno dei due vicepremier. Antonio Tajani e Matteo Salvini, quasi alla stessa ora, varcano la soglia della Fiera di Rimini e incontrano il popolo di Comunione e Liberazione, dettando impegni e priorità in vista della ripresa autunnale. Un confronto da cui emergono promesse importanti, su tutte quelle che riguardano i tempi di realizzazione del Ponte sullo Stretto e la volontà di provare a riscrivere il Patto di Stabilità. Ma anche un auspicio, quel «hic manebimus optime» pronunciato dal leader della Lega che dice con chiarezza che «chi ci ha dato fiducia merita che, per la prima volta dopo anni, anni e anni, ci sia un governo che duri 5 anni. Faremo di tutto per arrivare fino in fondo».

Se nei due giorni precedenti, prima Giancarlo Giorgetti e poi Raffaele Fitto avevano riacceso i riflettori sullo stato dei conti pubblici e sui vincoli europei, Matteo Salvini rilancia la dimensione più strettamente politica e annuncia che «la priorità sono aumentare stipendi e pensioni». Come? «Destinando quello che risparmieremo sul reddito di cittadinanza per chi non ne ha diritto, e confermando il prelievo sui guadagni milionari delle banche, in aumento di stipendi e pensioni». Non sarà facile individuare risorse per interventi in materia previdenziale, ma il governo appare orientato a confermare Quota 103, ovvero l'uscita dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi, mentre dovrebbero essere previsti aggiustamenti per Opzione Donna allargando di nuovo la platea a tutte coloro che hanno 35 anni di contributi con un'età minima che potrebbe essere alzata. E poi c'è il capitolo infrastrutture. Se una anticipazione del Rapporto «Sussidiarietà e governo delle infrastrutture», realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, racconta che l'Italia è in ritardo nelle infrastrutture di trasporto con investimenti allo 0,4% del Pil, la metà rispetto a partner europei come Francia (0,9%), Gran Bretagna (0,8%), Germania (0,7%) e Spagna (0,6%), Salvini prende un impegno concreto: l'apertura dei cantieri del Ponte sullo Stretto entro la prossima estate. «Ci metto tutto me stesso con riunioni quotidiane anche nel mese di agosto, perché al padiglione del Mit che troverete al Meeting nell'estate 2024 ci siano telecamere sui cantieri che l'anno prossimo di questi tempi saranno aperti dopo 52 anni. La legge istitutiva della società Stretto di Messina è del 1971, io sono del 1973. Ci sono 8.000 tavole, probabilmente è il ponte più studiato senza essere costruito. Il ponte sullo stretto di Messina sarà la dimostrazione che gli ingegneri italiani sono i migliori al mondo».

Se Salvini guarda al futuro e pensa alla costruzione della grande opera per antonomasia, Antonio Tajani si concentra sui vincoli di bilancio europei e mette nel mirino, una volta di più la politica della Bce. «Noi da sempre riteniamo che il Patto di stabilità deve anche essere di stabilità e crescita. Servono correttivi per permettere a Paesi come l'Italia di non essere aggravati nel rapporto deficit/Pil da spese come quelle che stiamo sostenendo per difendere l'indipendenza dell'Ucraina o quelle del Pnrr. Confido nel commissario Gentiloni» dice il ministro degli Esteri. «Abbiamo visto i danni che fa la politica rigorista della Bce. In Cina per contrastare la crisi della bolla immobiliare il tasso di interesse è stato diminuito.

È quello che si doveva fare, è l'esatto contrario di quello che ha fatto la Bce».

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