Il premier si auto-smentisce. Equitalia non chiuderà

Nel dl sugli enti locali la riscossione prorogata fino a fine 2016. Renzi aveva promesso che sarebbe sparita

Il premier si auto-smentisce. Equitalia non chiuderà

Lo aveva detto due mesi fa. Usando espressioni inequivocabili. «Stiamo riorganizzando le Agenzie - pontificava il premier Renzi -: tutto il sistema del rapporto tra il cittadino e il pubblico amministratore. Al 2018 Equitalia non ci arriva». Spiegando poi che tutta l'organizzazione di questo sistema «prevederà un modello del tutto diverso, più a disposizione del cittadino e non vessatorio contro il cittadino. Nei prossimi mesi con i decreti attuativi della Pa ci saranno novità che aiuteranno i cittadini ad avere più fiducia nella pubblica amministrazione». E invece due mesi dopo la smentita arriva proprio da Palazzo Chigi. L'ultimo decreto legge sugli enti locali del 20 giugno scorso, infatti, contiene un articolo che di fatto proroga l'attività di riscossione di Equitalia e delle società «da essa partecipate» alla fine del 2016. Certo non si parla del 2018. Il senso, però, è che la strada per un divorzio dalla tanto discussa società di riscossione sarà più lunga di quanto previsto dal premier.

L'articolo 18 di questo decreto prevede infatti che per gli enti locali che nel frattempo non abbiano già portato a termine gare pubbliche per assegnare il sistema di riscossione dei tributi continuerà l'attività di Equitalia e delle sue partecipate. Si potrebbe dire, in questo senso, che è colpa dei Comuni e degli enti locali che non si sono organizzati per tempo. È vero, però, che la responsabilità è anche del governo che ha lasciato decadere la delega fiscale che prometteva un riordino radicale ed esaustivo del sistema tributario nel nostro Paese. D'altronde è dal 2012 (anno in cui doveva cessare definitivamente il lavoro di Equitalia) che si va avanti con proroghe, come quella appena diventata operativa grazie all'articolo 18 del decreto legge sugli enti locali. Ora il testo dovrà passare alle Camere per la conversione che dovrà avvenire entro sessanta giorni, passati i quali, si finirebbe nel caos più assoluto.

Una situazione di precarietà insostenibile. E soprattutto una mistificazione politica che deve essere smascherata. Questa almeno è l'opinione del gruppo parlamentare di Alternativa libera (nato per volontà degli ex Cinque Stelle usciti dal Movimento di Grillo). Marco Baldassarre, Massimo Artini e altri tre colleghi del gruppo parlamentare hanno già prontamente presentato alla Commissione Bilancio della Camera un emendamento per cancellare proprio l'articolo 18. Atto che renderebbe urgente una discussione ad ampio raggio sulla riorganizzazione del sistema fiscale.

Probabile che almeno in questo caso i «fuoriusciti» ricevano l'aiuto dei grillini doc.

Alessandro Di Battista non fa che ripetere da mesi che Equitalia va abolita. Mentre lo stesso Luigi Di Maio proprio al Giornale aveva confessato di desiderare come regalo di compleanno (celebrato ieri) la «fine di Equitalia». Purtroppo Renzi non l'ha festeggiato come sperava.

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