Il Pd la spaccia come una sua grande vittoria. Ma la «sua» legge che cancella (sulla carta) i manicomi criminali rischia di aggravare la sensazione di insicurezza del nostro Paese. Non bastava l'Isis, ora si aggiunge lo spauracchio Rems. Le nuove Rems (Residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria), dal 31 marzo, avrebbero dovuto sostituire i vecchi Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari). Ma non basterà certo questo mutamento terminologico per bonificare le «discariche umane» degli Opg. Infatti la legge c'è, ma le istituzioni non sono pronte ad applicarla efficacemente: per responsabilità propria e per responsabilità del legislatore che ha mancato di «normare» adeguatamente la materia. La legge n. 81 del 30 maggio scorso, fortemente voluta dal partito di Renzi (e «curata» dal sottosegretario De Filippo e dal viceministro Bubbico), prevedeva la chiusura entro la fine del mese scorso dei sei Opg ancora esistenti in Italia e che ospitano attualmente circa 700 persone: 250 sono stati dichiarati «dimissibili», mentre 450 dovranno essere trasferiti nelle nuove Rems. Peccato che solo poche regioni possano contare al momento su strutture pienamente funzionanti.
Senza una nuova «casa» che possa accoglierli, chi si prenderà cura di loro? Siamo sicuri che questi individui andranno a star meglio di prima? Il nuovo status di «uomini liberi» basterà a garantire una situazione di sicurezza generale?
Meglio porsele subito queste domande, piuttosto che poi stracciarsi le vesti se un brutto giorno dovesse spuntare un nuovo «Kabobo» (il 20enne ghanese di colore che tempo fa a milano uccise a colpi d'ascia tre ignari passanti casualmente incontrati per strada). In ognuno degli aboliti (sulla carta) Opg sono ricoverati uomini e donne che hanno ammazzato figli e coniugi, massacrato sconosciuti: individui che, nonostante apparenti segni di ravvedimento, continuano a rappresentare delle mine vaganti.
Nessun allarmismo. Ma è ben guardare in faccia la realtà. Scrive La Stampa in una documentata inchiesta: «C'è il cannibale di Pineto, che quattro anni fa tentò di uccidere una donna per poi cibarsene, recluso nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Le mura dell'Opg di Castiglione delle Stiviere custodiscono il pugile omicida, che ha visto il diavolo mentre massacrava a mani nude una filippina di 41 anni. E c'è la badante ucraina di 33 anni, che quattro anni fa esatti uccise con dieci coltellate l'ottantottenne che accudiva perché spinta dai vampiri. Tra quattro anni potrebbero tornare in libertà. Senza che nessuno tuteli loro e noi». Già, la «tutela». La responsabilità sulla sorveglianza dovrebbe far capo alle Prefetture, che però già si sono tirate fuori, idem le Questure. Scommettiamo che, alla fine, tutto graverà sulle spalle di pochi infermieri o, peggio, delle famiglie degli «ex» (almeno si spera) «matti»? Fatto sta che prima di dirottare soggetti ad altissimo rischio in strutture «aperte» bisogna pensarci non dieci, ma cento volte. Invece, in nome della demagogia, oggi tutti salutano l'addio agli Opg come una vittoria per i diritti umani. Cosa vera, verissima, considerato che questi poveretti erano costretti vivere in condizioni da lager; ma oggi, per loro, non è meno degradante promettere una «svolta civile» che, nella realtà, le istituzioni non sono in grado di mantenere. A sostenerlo sono gli stessi operatori del settore che - al di là del facile entusiasmo di facciata - temono i rischi di un effetto boomerang.
Sessantaquattro psichiatri hanno già firmato una petizione per denunciare le incognite di una legge «buona nelle intenzioni, ma pessima nell'attuazione». Preoccupati anche i magistrati, alle prese con un testo normativo definito in una lettera-denuncia all'Anm «oscuro e contraddittorio».
Eppure qualcosa andava fatta per mettere fine alla vergogna degli Opg, ridotti a «discariche umane» perché quei «rifiuti» non potevano contare sul sostegno di lobby interessate a business particolari o pacchetti di consenso.
A chi volete che potesse interessare un manipolo di «pazzi criminali»? E allora si è deciso, vigliaccamente, di «internare» quei poveri cristi. Buttando la chiave. Sostitutivi (in virtù della legge Basaglia del '78) dei manicomi criminali, nella pratica gli Opg hanno finito così, per 37 anni, col mantenere caratteristiche disumane e degradanti. Un'inchiesta parlamentare del 2011 all'interno degli Opg portò alla luce una realtà fatta di «maltrattamenti, abusi e mancanza di cure». Da qui la decisione di chiuderli, sostituendoli con strutture più piccole di capienza massima di 20 posti dove avviare percorsi riabilitativi. La legge prevede che ogni ricoverato sia trasferito nelle Rems in base al territorio di provenienza, tornando dunque nelle regioni d'origine.
Il problema è che solo pochissime regioni si sono organizzate per dar corso a un obbligo tanto legislativo quanto umano. Mentre nella migliore delle ipotesi le regioni sono in ritardo, nella peggiore queste non sono state neanche capaci di individuare la struttura necessaria per ospitare i pazienti. La situazione peggiore è in Lombardia e in Veneto, dove potrebbe scattare addirittura il commissariamento da parte del governo.
L'inferno degli ospedali psichiatrici è ancora lontano dall'essere superato.
Arrivano i primi, devastanti effetti della legge che depenalizza i reati. Un primo assaggio lo abbiamo dal tribunale di Belluno dove il gip ha dichiarato la non punilità di una persona che ha dichiarato false generalità ai carabinieri che lo avevano fermato. Un reato che verrebbe punito con la reclusione in carcere per cinque anni, ma che il decreto 28/2015 spazza via con un colpo di spugna.
La nuova legge sulla depenalizzazione cancella i reati puniti fino a cinque anni di carcere a patto che il giudice decreti che il fatto è tenue e la condotta non è abituale. Come ricorda ItaliaOggi , «trattandosi di norme favorevoli al reo, le disposizioni con il nuovo beneficio sono applicabili anche ai reati commessi anteriormente all'entrata in vigore».
Così ne ha potuto beneficiare una persona che nel 2012 ha mentito sulla propria identità e sulla data di nascita al solo fine di prendere in giro i carabinieri che lo avevano fermato in stato di ebbrezza.
«Le indagini sono partite per un fatto più grave ma si è riusciti a rientrare nel livello soglia (cinque anni) attraverso una interpretazione giuridica della vicenda». Tanto che il gip di Belluno ha deciso per la non punibilità del reato dopo aver valutato la tenuità del fatto. E questo è solo il primo effetto della legge che depenalizza i reati più «tenui».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.