L a storia della mamma allontanata dal porticato dell'università di Parma perché stava allattando il suo bambino fa pensare che ormai un gesto naturale, simbolico della maternità e dell'amore, faccia più scandalo di tante nudità esibite in ogni dove per soddisfare ben altri desideri. La scena di una donna che nutre al seno il figlio oggi non scandalizza per l'esposizione del corpo come poteva avvenire fino a un secolo fa, ma perché come ha sostenuto un articolo pubblicato da una nota associazione pediatrica americana, non è eticamente corretto veicolare contenuti che ancorino la donna e l'uomo a ruoli biologicamente prestabiliti. Se l'allattamento è un atto naturale, ne potrebbe discendere che la madre è naturalmente il principale caregiver del bambino, e questa visione non si sposa con il concetto attuale di famiglia e ruoli di genere, che devono essere fluidi in nome di una pari opportunità tesa a eliminare le differenze sostanziali tra i sessi.
Sulla stessa linea la decisione di una scuola della capitale di eliminare, su pressante richiesta di una coppia omosessuale, la festa della mamma e del papà in favore di una più generica famiglia, in cui madre e padre sono genitore uno e genitore due, nel caso fossero entrambi maschi o entrambe femmine. Per una coppia dello stesso sesso si decide arbitrariamente che non coesistono due mamme o due papà ma identità di genere e ruoli di genere fluidi e indefiniti. Dieci sindaci del torinese, quella di Roma e quello di Catania autorizzano la registrazione anagrafica di neonati di coppie omogenitoriali commettendo, di fatto, un falso in atto pubblico non concesso a coppie eterosessuali. Un bambino possiede ineluttabilmente madre e padre, cancellando l'esistenza di uno dei due non si elimina questa realtà ma la sua identità biologica e la verità oggettiva sull'origine della sua nascita.
Proibire l'espressione della femminilità e della mascolinità, associati istintivamente a certi ruoli di genere, non impedirà certamente ai bambini delle famiglie arcobaleno di porsi un giorno, legittimamente, pressanti domande sul loro Dna e sull'identità di chi li ha messi al mondo, generando quei gameti da cui discendono non soltanto le caratteristiche fisiche ma anche il temperamento innato peculiare di ogni individualità.Contrapporre la cultura alla natura, sottovalutando l'importanza di una corrispondenza tra la biologia, i ruoli di genere e le origini familiari non renderà l'uomo più libero ma più solo.
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