Per la prima volta c'è un rapporto documentato che lo certifica: un'operazione russa su vasta scala attraverso i social per sostenere Donald Trump nella sua corsa alla Casa Bianca e dopo la sua elezione. Eccola la colossale macchina della disinformazione russa al lavoro. Il rapporto, pronto per il Senato e visionato dal Washington Post è la più ampia analisi sulla campagna di disinformazione che avrebbero condotto i russi per il voto del 2016. Sono stati studiati milioni di messaggi postati sui social, forniti da Facebook, Twitter e Google al Senate Intelligence Committee, che arrivano fino a metà del 2017, quando tali aziende chiusero gli account russi.
La ricerca, condotta dalla Oxford University's Computational Propaganda Project and Graphika, secondo il Post fornisce nuovi dettagli su come i russi lavorarono sul web per influire sul voto negli Usa, dividendo gli americani in gruppi di interesse chiave per messaggi mirati, e raggiungendo il picco di propaganda nei momenti clou della campagna, come i dibatti e le convention.
E intanto arrivano dichiarazioni nette dall'avvocato di Trump, Rudy Giuliani che ha messo in chiaro che Donald Trump, non accetterà di essere ascoltato dal procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller, che indaga sulla possibile collusione tra la Russia e la campagna elettorale. «Dovrebbero passare sul mio cadavere», ha precisato l'avvocato.
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