Roma Quando Matteo Renzi è arrivato a Palazzo Chigi, si è detto che aveva snobbato il Pd siciliano, confermando solo due sottosegretari dell'isola, ereditati dal governo Letta e di Ncd: Giuseppe Castiglione alle Politiche agricole e Simona Vicari allo Sviluppo. Ora il premier se li trova ambedue indagati e per il suo alleato Angelino Alfano l'imbarazzo è grande: il primo, per i pm di Catania e Caltagirone avrebbe pilotato l' appalto del Centro per rifugiati di Mineo insieme a uno dei protagonisti di Mafia Capitale, Luca Odevaine. L'altra, si è saputo pochi giorni fa, è accusata dalla procura antimafia di Roma di aver favorito l'ex governatore siciliano Totò Cuffaro, oggi a Rebibbia.
Pure Angelino è siciliano, si sa. Ma lui è di Agrigento e ha bisogno di garantire la copertura elettorale su tutta l'isola. Non per caso, la Vicari è di Palermo ma, soprattutto, Castiglione è il grande collettore di voti di Catania e di tutta la parte orientale della Sicilia.
Parliamo di un personaggio di peso, in tutti i sensi. Tondo, gioviale e capace nei rapporti personali, quanto furbo e abile in politica. Dietro le sue spalle c'è un suocero potente: Giuseppe Firrarello, già notabile Dc come il padre di Alfano, poi Udr, senatore di Fi e infine sindaco Ncd di Bronte.
Nella città dei pistacchi è nato Castiglione, lì ha iniziato ventenne la carriera in consiglio comunale da democristiano e trovato moglie e un suocero patron politico, capace di spostare su di lui una mole di consensi elettorali. Il rampante laureato in Giurisprudenza dalla Dc è passato al Cdu eletto alla Regione, poi all'Udr da assessore regionale all'Industria a soli 33 anni, sia nel governo di destra Drago che in quello di sinistra Capodicasa; nel 2000 è diventato azzurro collezionando l'anno dopo oltre 18mila voti, il più votato in Sicilia e diventando vicepresidente della Regione, oltre che assessore all'Agricoltura, con Cuffaro; poi parlamentare europeo di Fi, presidente nel 2008 della Provincia di Catania, l'anno dopo coordinatore del Pdl in Sicilia, presidente dell'Upi, deputato nel 2013, anno dell'abbraccio con Alfano, che ne fa il coordinatore del partito in Sicilia.
Campione del consociativismo, è diventato Castiglione in questi anni. Recentemente giravano anche voci di un suo passaggio al Pd, sempre insieme al suocero, ma a questo punto le trattative semmai si saranno bloccate. Stranamente, però, in Regione i Dem aprono a un'intesa con Ncd proprio quando è più screditato, forzando le resistenze del governatore Crocetta.
I guai giudiziari di Castiglione, per completare il quadro, non sono iniziati ora: nel 1999 è stato indagato e poi arrestato con Firrarello e all'allora sottosegretario del governo D'Alema Stefano Cusumano, tutti Udr, perle tangenti all'ospedale Garibaldi di Catania che avrebbero favorito Cosa nostra. Condannato per turbativa d'asta a 10 mesi in primo grado, in appello e Cassazione è stato assolto, mentre al suocero è toccata una condanna definitiva a 2 anni per corruzione e la prescrizione per la turbativa d'asta. Brutta storia, ma raccontano nell'isola che in qualche modo lo ha favorito. Con il suocero costretto a rinchiudersi nel comune di Bronte, ha ereditato un bel pacco di voti.
Sempre nel 1999 Castiglione ha deciso da assessore una manovra dirompente per gli equilibri siciliani: la liquidazione degli enti economici regionali, una miniera elettorale. Operazione ancora non conclusa, ma che certo ha avuto anche effetti politici. Il personaggio è lungimirante. Se dopo l'ultima vicenda dovesse trovarsi nei guai, c'è pronto a subentrare il figlio Carlo, appena eletto consigliere comunale nella Bronte del nonno.
Le volte di Castiglione da sottosegretario, prima con Enrico Letta e ora con Renzi.
Castiglione è stato pure eurodeputato, con Forza Italia, eletto nel 2004Sono gli anni di Giuseppe Castiglione da presidente della Provincia di Catania, dal 2008 al 2012. Nello stesso periodo è stato pure presidente dell'Upi
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