Il re delle evasioni? Era sotto un burqa

Redoine Faid fuggì dal carcere in elicottero, scovato nella città natale

Il re delle evasioni? Era sotto un burqa

Parigi La fuga è durata 93 giorni. Finché l'uomo più ricercato di Francia non è stato tradito dal suo travestimento: un burqa. Usciva di casa per muoversi in cerca di soldi a bordo di una Citroen C2 a Creil, la sua città d'origine dove si era banalmente rifugiato. L'auto però era guidata da una donna. Una donna non velata che al posto passeggero aveva una persona in burqa che poteva essere un uomo, probabilmente lo stesso Redoine Faïd. Poi una seconda, sempre in burqa. Entrambe le figure il 29 e il 30 settembre erano state viste salire in macchina e rientrare nell'appartamento a meno di un chilometro dalla città dove il 46enne è cresciuto, un'ora a Nord di Parigi. I sospetti degli agenti, che già monitoravano la zona sulla base di celle telefoniche riconducibili al portatile del fratello del ladro evaso di prigione lo scorso 1° luglio, sono diventati «la pista unica» su cui convergere gli sforzi di 80 agenti di diverse brigate. Così si è arrivati all'arresto del «re della fuga» Redoine Faïd e di altre sei persone.

All'alba di ieri, dopo l'individuazione del domicilio al quarto piano di un palazzo nel quartiere Le Moulin di Creil, il cerchio si è chiuso. Un'operazione senza spari, con gli agenti che salgono le scale, raggiungono l'appartamento, forzano la porta e colgono la banda nei rispettivi letti a dormire. Sono le 4 del mattino. Faïd viene arrestato senza fare resistenza, anche se aveva accanto una revolver e una pistola automatica Uzi. Parrucche, due telefoni cellulari. Serviti semmai a farsi localizzare. Fino a pochi giorni fa nessuno sapeva dove fosse il ricercato numero uno, ha ammesso il procuratore François Molin, ricordando la sua condanna a 25 anni di carcere per una rapina fallita nel 2010, costata la vita a un agente. Neppure la polizia, tanto meno la brigata nazionale di ricerca dei fuggiaschi. Poi un numero di cellulare intestato al fratello, anche lui ricercato, aveva attirato i radar sul quartiere Le Moulin di Creil.

Nella banda una sola donna, e una donna che guida in periferia con a bordo una presunta passeggera in burqa non è passata inosservata. Lei, sconosciuta alle autorità, avrebbe dato sostegno al 46 enne in questi tre mesi, insieme con tre familiari dell'evaso: il fratello Rachid, già ricercato, e due nipoti. Due altri presunti complici, estranei alla sua famiglia, sono stati fermati nella regione a Nord di Parigi. Sette arresti in totale. Probabilmente il nucleo del commando che lo aveva condotto alla fuga. Faïd era infatti evaso dal carcere con un colpo da teatro: un elicottero atterra nel piazzale del penitenziario di Réau e da quel 1° luglio, giorno della fuga, sparisce e diventa il ricercato numero uno di Francia. «Pericoloso».

Poche settimane dopo, viene avvistato in un bosco, ma abbandona l'auto sulla quale viaggia, una Renault Mégane nera piena di esplosivi, nel parcheggio di un centro commerciale di Sarcelles. Era evaso di prigione anche nel 2013, ma per sole sei settimane. Stavolta ha resistito tre mesi, salvo arrendersi dopo essere stato svegliato.

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