La ricetta azzurra per stanare la Lega sul "cantiere Italia"

L'idea è chiedere un appoggio su proposte di politica fiscale. Resistono i dubbi di Toti

La ricetta azzurra per stanare la Lega sul "cantiere Italia"

Basta vedere la mappa dei ballottaggi di domenica prossima per rendersi conto che il centrodestra è la coalizione più combattiva e, soprattutto, più presente. Un suo rappresentante sarà candidato in 103 dei 122 Comuni che domenica chiederanno agli elettori di indicare il nuovo sindaco. Segno che la prima sfida di Forza Italia è di ripartire dal territorio nella riconfigurazione di un soggetto politico che - nelle ambizioni della sua classe dirigente - si prepari a nuove sfide (come le probabili elezioni politiche anticipate). In questa chiave il braccio di ferro con la corrente azzurra che fa capo a Giovanni Toti diventa di massima importanza. Il dialogo insomma è una necessità, come sostiene il parlamentare Francesco Giro che apre a Toti e al suo progetto di cooperazione con Fratelli d'Italia e Lega. Anzi, Toti deve essere non soltanto recuperato ma portato a esempio. Facendo un piccolo confronto con il destino della «collega» Serracchiani, il senatore Giro dimostra che la sapienza politica del governatore della Liguria ha portato frutti importanti. «Toti e Serracchiani pari non sono - spiega Giro -, e basterebbe questo per dimostrare che noi a Giovanni ci teniamo e immagino faremo di tutto per tenere aperto il confronto e il dialogo politico con lui. Sia Toti che Debora Serracchiani hanno debuttato politicamente in Europa ed entrambi hanno interrotto questa loro esperienza a Strasburgo candidandosi alla guida della Liguria (Toti) e del Friuli Venezia Giulia (Serracchiani). Ed entrambi hanno avuto e hanno una posizione di responsabilità negli organi direttivi dei partiti di loro appartenenza, ma Giovanni è rimasto alla guida della Liguria mentre la Serracchiani è scappata dal Friuli dopo aver perso quasi tutti i maggiori comuni della sua Regione, da Trieste a Gorizia, Pordenone, Monfalcone e Ronchi dei Legionari. Mentre con Toti presidente della Liguria il centrodestra ha vinto praticamente l'80% dei maggiori comuni di una regione fra le più rosse d'Italia». Anche Deborah Bergamini (Fi) è d'accordo. Almeno sul fatto che si debba fare gioco di squadra. «In Forza Italia abbiamo tanti numeri primi e un solo numero uno - dice -. Il problema è che i numeri primi non sono divisibili mentre in politica è indispensabile sapersi dividere le responsabilità». La cosa essenziale, spiegano i dirigenti del partito, è segnare la discontinuità da questo governo che sta frenando l'economia e bloccando il «cantiere Italia». Anche Fratelli d'Italia si è mossa nella stessa direzione: stanare l'ex alleato per chiedere, come ha fatto la Meloni ieri ai microfoni del Giornale Radio - un aiuto a far sostenere proposte concrete: come la tassa piatta al 15% su tutto quello che si dichiara in più rispetto all'anno precedente. «Purtroppo l'ha bocciata», offuscando sempre di più la sua fama di «paladino del fare». Sempre a proposito di Fratelli d'Italia, c'è da segnalare il sorpasso dei partito della Meloni ai danni di Forza Italia nel sondaggio Index Research per il programma Piazza Pulita (La 7). «Fratelli d'Italia - sottolinea l'istituto - guadagna uno 0,5 ed arriva al 7%, Forza Italia, nelle intenzioni, fa registrare un -1,9.

Gli azzurri passano, dunque, al 6,9%». Il sondaggio però ha permesso al già citato Toti di sottolineare il suo allarme: «Vogliamo fermare questo piano inclinato, vogliamo scrivere un'altra storia fatta di coraggio, merito e ricette nuove e concrete?»

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