L'episodio tutt'altro che marginale di Matteo Dall'Osso (il deputato grillino passato a Forza Italia) dimostra che qualcosa si sta muovendo. E che le granitiche certezze del vicepremier Matteo Salvini («governeremo almeno cinque anni») non son più così granitiche. La maggioranza potrebbe variare e sono proprio i Cinquestelle a temere il peggio.
E il Fatto quotidiano, che ha subito fiutato il rischio, ha piazzato la manifestazione torinese no-Tav di sabato come notizia principale del giornale. Perché se qualcosa si muove nel centrodestra, a sinistra qualcosa deve pur esserci per tentare una reazione uguale e contraria. E l'ala movimentista dei pentastellati vuole coagularsi attorno alla figura del presidente della Camera, Roberto Fico, per tentare un riavvicinamento o almeno un dialogo con le forze «responsabili» del Partito democratico.
E non è un dettaglio irrilevante che a sinistra spunti fuori la candidatura di Cesare Damiano. L'ex sindacalista ieri ha annunciato la sua candidatura per la segreteria del Pd. E lo ha fatto sottolineando soprattutto la sua caratura di «candidato rosso». Come rossi erano gli esponenti della sinistra che sabato si sono uniti al popolo no-Tav di Torino.
C'erano Nicola Fratoianni (Sel) e Giorgio Airaudo (battagliero ex leader della Fiom). Perché a sinistra del Pd da tempo hanno capito che un dialogo con l'ala movimentista dei grillini più che possibile è necessaria. D'altronde, annunciando la sua candidatura, Damiano parla anche di alcuni dei punti cardine del programma di governo gialloverde, rivendicandone la primogenitura. «La quota per le pensioni la individuammo con Prodi nel 2007: all'epoca era 95. E anche il reddito di cittadinanza non è altro che il proseguimento del nostro reddito di inclusione».
Parole questa, inclusione, che potrebbe rappresentare appunto il trait d'union tra ala movimentista dei pentastellati e anima rossa del Pd. Mentre Montecitorio fibrillava per il «caso Dall'Osso», proprio il presidente della Camera ribadiva in un post su Facebook che c'è «un impegno che la politica e le Istituzioni non possono e non devono tradire: realizzare una società pienamente inclusiva, in cui sia garantita a tutti i cittadini pari dignità sociale».
Anche se il post coincideva con la Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, Fico è stato tra i pochi a ricordarlo con forza. E da sempre, pur nella sua posizione defilata di presidente della Camera, stimola i suoi colleghi grillini a portare avanti battaglie come quelle sull'acqua pubblica, sui beni comuni e sulla difesa del territorio.
La possibile candidatura di Renzi da un lato e lo sfibrarsi delle
maglie del partito, fanno quindi dire a Maurizio Martina due cose importanti alla trasmissione dell'Annunziata su Raitre: «Renzi dia il suo contributo per la sfida al populismo» e mano tesa a Fico («ma non al Movimento»).
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