La Romagna criminale tradisce la sua storia

La Romagna criminale tradisce la sua storia

«A marcord» Romagna. Da buon romagnolo, ricordo ancora i tempi in cui eravamo giovanotti di belle speranze. Nei lunghi mesi d'inverno, quando c'era ancora la nebbia fitta fitta dove non si vedeva nulla, come quella immortalata nel famoso film di Fellini, sognavamo ad occhi aperti la calda stagione che, per noi ragazzi, era una specie di Eldorado. Sotto il solleone, se eravamo fortunati, potevamo anche conoscere una bionda nordica e, magari, invitarla a ballare nella nostra balera preferita dove ci poteva scappare pure un «flirt» innocente. Sogni di tutto l'anno, e non solo di mezz'estate, che qualche volta s'avveravano. Allora erano davvero altri tempi e questi lidi, tedesche a parte, erano la meta preferita delle famiglie di mezzo mondo: sole, benessere, relax, divertimento, cappelletti e piadina. Ma oggi le cronache ci parlano d'altro. Qualche esempio? Ecco due casi particolarmente significativi. Il primo è avvenuto l'anno scorso sulla spiaggia riminese dove quattro aguzzini nordafricani avevano ripetutamente stuprato una turista polacca e abusato di un trans peruviano. Il secondo episodio risale all'altro giorno sempre sul litorale di Rimini, la capitale delle vacanze romagnole: una danese è stata violentemente palpeggiata in pieno centro da un venditore ambulante del Bangladesh, con l'aggravante che l'uomo ha continuato a «colpire» in piena libertà dopo avere già subito tre denunce per casi analoghi. Se una volta parlavamo solo di «serial killer», adesso dobbiamo, purtroppo, fare spesso i conti anche con gli «stupratori seriali». E, purtroppo, ci va di mezzo l'immagine di questa terra: ben pochi si possono riconoscere nella «Romagna violenta». Non più tardi di un mese fa, parlando a Cervia, il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, aveva promesso interventi drastici per rendere più sicuri i nostri litorali perché non ci sono soltanto gli immigrati che sbarcano sule nostre coste, ma pure quelli che colpiscono. Ma, all'indomani dell'ultima aggressione, sono finiti anche i tempi supplementari.

Basterebbe, a questo punto, che il vicepremier prendesse ad esempio proprio il caso isolato di Cervia - Milano Marittima: dopo l'intervento del sindaco, è diventata terra bruciata per tutti quei «vu' cumprà» che, fino a qualche anno fa, avevano quasi militarmente occupato l'intero Comune. Non è mai troppo tardi, insomma, per restituirci la terra dei nostri ricordi - quella raccontata da Federico Fellini, Tonino Guerra, Leo Longanesi e Max David - che piaceva tanto ai romagnoli doc. E non solo.

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