Roma Paradossi della politica. Che ci azzecca Matteo Salvini con la piazza della Cgil? Apparentemente niente. Eppure eccolo il leader del Carroccio che, a margine delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Confapi, annuncia che sarà in strada fianco a fianco con il sindacato di Susanna Camusso, una strana coppia unita dal «nemico» comune, ossia la riforma delle pensioni che porta il nome dell'ex ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero.
Ma se un paio d'anni fa altre manifestazioni con diversi «bersagli» - l'ex premier Renzi sopra tutti - avevano portato a un asse ben più naturale tra Carroccio e Fratelli D'Italia, sfociato in manifestazioni di piazza al Nord e nella Capitale e in un'alleanza elettorale, questa volta nel nome della difesa dei pensionati sembra potersi formare un tandem piuttosto improbabile. Anche se Salvini non si tira indietro. «Siamo pronti a scendere in piazza con chiunque - ringhia il segretario della Lega Nord - pur di difendere i diritti dei lavoratori e dei pensionati, mentre altri fanno beghe a sinistra che mi interessano poco».
Eccolo dunque, l'altro Matteo che fa il leader di lotta pur sognando di andare al governo. Tanto che non si fa mancare una stoccata agli inquilini attuali di Palazzo Chigi. «Il governo sta dando delle elemosine a poche migliaia di persone, fregandosene di 60 milioni di italiani», prosegue il segretario federale della Lega Nord, che poi se la prende, a ogni buon conto, pure con l'improbabile per quanto occasionale «compagna di piazza». A suo dire non esente da colpe nella «macelleria sociale» che ha colpito negli ultimi anni anziani e lavoratori: «Dico alla stessa Camusso: dov'erano i sindacati quando veniva fatta carne da macello dei diritti dei lavoratori e dei pensionati? Noi c'eravamo allora e ci siamo oggi», conclude il numero uno del Carroccio.
Se dunque nel nome del populismo Salvini si ritrova nella stessa trincea con la leader della Cgil, pur non mancando di attaccarla, anche la Camusso non si tira indietro quando si tratta di commentare l'arrivo a sorpresa dell'insolito nemico-alleato. E così pure lei, presente alla manifestazione per la Confapi, si mostra un po' perplessa per la scelta di Salvini di «combattere» al fianco dei nemici della legge Fornero.
«Penso che faccia parte del dibattito politico del Paese», concede la sindacalista, che però subito dopo evoca la necessità di «una certa coerenza». «Non dimentico - spiega Camusso - che la riforma Fornero è in gran parte l'effetto di una riforma firmata dall'allora ministro del lavoro Roberto Maroni».
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