Sassi e contestazioni al leader: "Mia figlia ha più fantasia"

Il ministro ironizza sui cori contro di lui: «Alla sinistra ormai rimangono solo insulti e minacce»

Sassi e contestazioni al leader: "Mia figlia ha più fantasia"

Roma Da una parte la provocazione dell'ex ministro Carlo Calenda, dall'altra gli attivisti del centro sociale Guernica. La trasferta elettorale modenese si annunciava come un pomeriggio caldo per il ministro dell'Interno Matteo Salvini. In programma un comizio nella centrale piazza Matteotti. Già ore prima, in mattinata, si sono registrati momenti di tensione tra gli attivisti dei centri sociali e il cordone di poliziotti impiegato per evitare l'accesso dei manifestanti nella zona centrale dove era atteso Salvini. Lancio di sassi, un ragazzo ferito e uno fermato, questo il bilancio. Mentre dall'altra parte della città, a piazza Mazzini, anche la Cgil era scesa in strada per manifestare contro il ministro. L'esponente del Pd, e candidato alle Europee, Carlo Calenda voleva essere invitato al comizio per un confronto che - dice - nessuno vuole organizzare in tv. E su Twitter aveva lanciato un appello a Salvini: «Accetto anche Luca Morisi come moderatore, se vuoi». Invito vano. Ma in piazza si sono presentati invece i contestatori, una cinquantina, che hanno intonato Bella ciao e hanno poi alzato cori contro il ministro. Cori non molto originali («Salvini muori», «Salvini a testa in giù») se lo stesso leader leghista a fine comizio osservava ironico: «Mia figlia fa dei cori più intelligenti. Non ci sono più i centri sociali di una volta». Il ministro dell'Interno, che sul palco era affiancato da un ex campione del mondo come Luca Toni, ha usato l'ironia per replicare. Rivolgendosi al sindaco della città emiliana ha aggiunto: «Prima di andar via prendi nome e cognome di quelli laggiù in fondo, così gli mandiamo i clandestini a casa, ma li mantengono loro non noi». «Dopo il 26 maggio faremo un museo qui a Modena. A tutela di panda e comunisti».

Meno simpatici, però, sono apparsi i contestatori di Reggio Emilia. «Mai con Salvini» è la scritta che campeggiava sulla facciata di una palazzo che chiude piazza Prampolini.

Lì il comizio con il candidato sindaco leghista della città Roberto Salati (che guida una coalizione con Fi e Fdi) è stato l'ennesima occasione per il capo della Lega di ribattere con sarcasmo ai contestatori. «Se alla sinistra rimangono solo gli insulti e le minacce - ha detto Salvini - a una piazza gremita, mi allungano la vita e mi danno la voglia di andare avanti come un treno».

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