Tra i 15 ancora dispersi nel tragico naufragio al largo di Lampedusa ci sono anche due bambini, di cui uno di 8 mesi. Un giovane tunisino, ha detto di chiamarsi Wissem, ha raccontato di averlo visto la notte in cui il barchino si è ribaltato. La storia è stata raccolta dagli investigatori che stanno sentendo tutti i superstiti. Il tunisino ha riferito che quando la barca si è ribaltata lui è andato giù. «Mentre risaliva, a fatica, ha visto il bimbo che scendeva e lo ha afferrato per riportarlo a galla ma - dicono investigatori e inquirenti - poi è stato afferrato alle caviglie da un migrante che provava a risalire. Lui, Wissem, per liberarsi ha dovuto togliere la cintura per far sfilare i pantaloni e ha dovuto anche mollare il neonato».
Proseguono gli interrogatori dei superstiti, si cercano riscontri anche su quanto raccontato da due naufraghi sentiti ieri fino a sera nella caserma della Guardia costiera: due giovani, un uomo e una donna, entrambi tunisini, lei incinta di due mesi. Hanno raccontato di avere avuto contatti con uno scafista che però sarebbe tra i dispersi. Sono stati sequestrati diversi telefoni cellulari - nessun apparecchio satellitare - che contengono immagini e video della traversata. «Al momento stiamo cercando riscontri - dicono investigatori e inquirenti - sia sulle testimonianze sia su alcuni dettagli che riguardano il viaggio: da chiarire sia la città libica di partenza sia lo stop sulle coste tunisine».
A bordo - sulla barca di non più di dieci metri - erano almeno 50: i neri stavano sotto - secondo il racconto dei superstiti - e i tunisini stavano sopra. Questi ultimi sarebbero saliti a bordo durante una sosta sulle coste tunisine: «Un evento strano su cui si stanno cercando ulteriori riscontri e accertamenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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