Scienziata francese arrestata a Teheran Parigi: subito libera

Adelkhah ha origini iraniane I Pasdaran: si tratta di una spia

Chiara Clausi

Beirut I Pasdaran danno un colpo alla mediazione francese e arrestano l'antropologa franco-iraniana Fariba Adelkhah. La Francia ha chiesto le motivazioni di quanto accaduto e l'accesso immediato ai servizi consolari. Adelkhah è sospettata di essere una spia. La ricercatrice lavora nella prestigiosa università Sciences Po di Parigi ma negli ultimi mesi ha viaggiato molto tra Parigi e Teheran, per le sue ricerche su Qom, il principale centro di elaborazione religiosa dello sciismo duodecimano. Secondo il sito web sui diritti umani con sede a Washington, Gozaar, la studiosa è stata fermata nella sua casa di Teheran dai servizi di intelligence dei Guardiani della rivoluzione. Potrebbe essere tenuta in isolamento nella prigione di Evin e controllata a vista.

«Le autorità francesi in questo difficile contesto hanno preso provvedimenti con le autorità iraniane per ottenere informazioni da loro sulla situazione e le condizioni dell'arresto - ha dichiarato il portavoce del Quai d'Orsay Agnès von der Mühll - e hanno chiesto l'accesso ai servizi consolari come previsto in queste circostanze, per il rapido rilascio della ricercatrice». «Nessuna risposta soddisfacente è stata data a queste richieste - ha poi aggiunto il portavoce - . La Francia invita le autorità iraniane a far luce sulla situazione». Bisogna tener conto anche che Teheran non riconosce la doppia nazionalità. Il Paese considera tutti i suoi cittadini con doppia cittadinanza come iraniani e le cancellerie occidentali raramente hanno voce in capitolo. La replica di Teheran non è tardata ad arrivare.«Non ho dettagli su quanto avvenuto - ha dichiarato Ali Rabiei portavoce del governo iraniano - e non so chi ci sia dietro questo arresto e perché Fariba Adelkhah sia stata imprigionata». Questa azione arriva in un momento delicato. Quando la Francia sta tentando una difficile mediazione tra Stati Uniti e Iran per salvare l'accordo sul nucleare del 2015 e allentare le tensioni tra i due Paesi. In questo senso è da leggere il viaggio a Teheran la scorsa settimana del consigliere diplomatico del presidente francese Emmanuel Macron, Emmanuel Bonne. Secondo alcuni analisti l'arresto della ricercatrice è una decisione presa dalle guardie della rivoluzione per ostacolare il dialogo incoraggiato dalla Francia.

La strategia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump è chiara: esercitare «la massima pressione» sulla Repubblica Islamica con l'obiettivo di mettere l'Iran in ginocchio e costringerlo ad accettare un accordo che riguardi il nucleare e la sua presenza e influenza nella regione.

Ma ciò non fa che rafforzare chi sostiene la linea dura del regime iraniano a scapito della fazione moderata rappresentata dal presidente Hassan Rouhani e dal ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif. Secondo il Centre for Human Rigts altri 11 sono gli stranieri con doppia cittadinanza detenuti in Iran.

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