La scissione dell'atomo. Anche Leu rischia di dividersi

Qui siamo alla scissione dell'atomo. Anzi no, di Liberi e Uguali, già costola di Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista e Sinistra Italiana

La scissione dell'atomo. Anche Leu rischia di dividersi

Qui siamo alla scissione dell'atomo. Anzi no, di Liberi e Uguali, già costola di Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista e Sinistra Italiana. Si intravede, infatti, all'orizzonte un'altra spaccatura. Per colpa di Mario Draghi e Matteo Salvini. Sebbene Leu sia un micropartitino, è stato comunque la gamba sinistra dell'ex governo giallorosso, composto a sua volta da altri due microcosmi: Mdp-Art.1 di Roberto Speranza e Pierluigi Bersani, con il ministro della Salute che tutti danno vicino alla riconferma (anche per dare continuità alla gestione dell'emergenza sanitaria come vorrebbe Walter Ricciardi, consulente del ministro) e Sinistra Italiana con il suo rieletto segretario Nicola Fratoianni.

Questi due bruscoli della politica italiana la vedono oggi agli antipodi. Ma come ormai abbiamo imparato a capire da questa strampalata crisi, anche i micropartiti possono avere un peso politico determinante. Speranza apre al governo Draghi, anche se dentro ci sarà il diavolo verde Salvini, mentre Fratoianni non ne vuol proprio sapere. «Mai in maggioranza con la Lega sovranista e fascista».

Insomma, c'è chi è disposto a sopportare dei forti mal di pancia pur di salvarsi la poltrona e chi no. E quindi va bene anche spaccare il capello in due. Per Leu, composto da 6 senatori e 12 deputati, ci sono buone possibilità che il cosiddetto «bacio del rospo» decreti la fine dell'alleanza del 3 dicembre 2017. «Tanto per quel che valeva alle elezioni è una rinuncia indolore», bisbiglia qualcuno.

A meno che non vada in buca una difficile palla. Pd, 5Stelle e la stessa Leu stanno cercando di tener fuori Salvini dal perimetro della maggioranza, allargandola alla sola Forza Italia. Se questo colpo riuscisse la scissione dell'atomo di Leu sarebbe scongiurata. Ma ciò non è per nulla scontato anche perché Salvini e il fido Giorgetti una decisione l'avrebbero già presa e va tutta nella direzione di un sì al nascituro governo Draghi. È pur vero che un esecutivo politico che tiri dentro dalla sinistra alla Lega mette in imbarazzo un po' tutti i partiti della vecchia maggioranza. Gli unici ad essere contrari nettamente sono finora solo Sinistra Italiana e Fratelli d'Italia. A dimostrazione che gli opposti quasi sempre si attraggono.

«È evidente che non possiamo sostenere un governo che voglia la flat tax o l'austerity», tuona l'ultimo dei comunisti Fratoianni dopo l'incontro tra la delegazione di Leu e Draghi. E lancia una sfida: «Noi vogliamo creare una nuova forza, la Rete degli Ecologisti e della Sinistra, voi che fate?».

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