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Sconti Irpef in vista per gli agricoltori. Elogi Usa alla Meloni: "Credibile e influente"

La conferma dell'attenzione del governo verso un settore considerato strategico

Sconti Irpef in vista per gli agricoltori. Elogi Usa alla Meloni: "Credibile e influente"

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La conferma dell'attenzione del governo verso un settore considerato strategico. La soddisfazione per il ritiro da parte della Commissione europea della proposta legislativa sui pesticidi, uno stop a cui l'esecutivo italiano ha contribuito schierandosi contro «l'approccio ideologico» di Bruxelles, per dirla con il ministro Francesco Lollobrigida. L'ipotesi di un emendamento al Milleproroghe per favorire a livello fiscale i redditi agricoli più bassi esentando l'Irpef, oltre agli otto miliardi stanziati nel Pnrr. E la sospensione per tutto il 2024 dell'obbligo dell'rc per i veicoli agricoli.

Il governo rivendica con forza il lavoro fatto a favore del mondo agricolo. E Giorgia Meloni, intervenendo a L'Aquila, sottolinea come questa attenzione e disponibilità all'ascolto non sia certo frutto del pressing mediatico dei trattori. «Da molto tempo prima che si scendesse in piazza, questo governo ha difeso il comparto agricolo da scelte che rischiavano di essere troppo ideologiche e perseguire la transizione ecologica con una desertificazione». Ma per la premier è anche il giorno di una investitura importante, quella del New York Times, che le riconosce lo status di leader in ascesa sul palcoscenico continentale e di figura di riferimento per i partner Ue.

Il via libera del primo ministro ungherese, Viktor Orban, ai fondi per Kiev «è stato un grande momento per l'Europa. Ma è stato anche un grande momento per la Meloni, che ha suggellato la sua credibilità come persona in grado di svolgere un ruolo influente ai massimi livelli tra i leader europei» scrive il quotidiano in un lungo articolo. Nel corso del colloquio decisivo con Orban, spiega il corrispondente da Roma del Nyt, Meloni si è dimostrata «una leader di destra in grado di parlare a chi si trova all'estrema destra. Mentre l'Europa inclina sempre più a destra, è un rimedio di cui i leader Ue potrebbero avere sempre più bisogno nei prossimi anni». Nonostante molti a Bruxelles temessero che sarebbe diventata una forza distruttiva, da quando è diventata premier Meloni «ha messo a proprio agio l'establishment europeo. Ha dimostrato di essere risoluta sulla questione Ucraina, si è allineata con gli Stati Uniti e la Nato e ha ritirato l'Italia dall'accordo con la Cina (sulla Via della Seta, ndr). Ha attenuato i suoi atteggiamenti al vetriolo anti-Ue e ha messo a tacere ogni discorso sull'uscita dall'euro», prosegue il Nyt, secondo cui la morte di Silvio Berlusconi «le ha tolto un partner che le ha causato grattacapi», mentre Matteo Salvini, «un tempo popolarissimo» fatica a raccogliere consensi. Intanto l'opposizione di sinistra è «allo sbando».

Il quotidiano statunitense non nasconde come alcuni osservatori abbiano lamentato «un'incompetenza generale della classe dirigente attorno a Meloni», sottolineando imbarazzanti «passi falsi» come la tassa sugli extra-profitti delle banche, ma «anche se notano che la Meloni ha fatto poco in termini di riforme reali, tuttavia, dicono che si è dimostrata pragmatica, ha fornito stabilità e si è allontanata dalla sua passata retorica populista e provocatoria». Il New York Times evidenzia infine come la nomina del nuovo presidente della Commissione europea rappresenti un test importante per il futuro. La leader di Fdi non sostenne la Von der Leyen nel 2019, «ma questa volta ha molto da guadagnare lavorando con il presidente della Commissione rieletto, e ci si aspetta che voterà per lei o non ne ostacolerà la rielezione.

In tal caso guadagnerà più influenza per l'Italia a Bruxelles, e più influenza per se stessa».

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