Roma Immobili pubblici quasi gratis per artisti under 35. È la grande novità di un decreto del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, pubblicato il mese scorso in Gazzetta Ufficiale. Un'applicazione quasi letterale del decreto Cultura varato dal predecessore Massimo Bray. Le condizioni applicate sono veramente favorevoli. Gli immobili sono, infatti, concessi in locazione per una durata non inferiore a 10 anni a un canone mensile non superiore a 150 euro «esclusivamente a cooperative di artisti ed associazioni di artisti, residenti nel territorio italiano». Non è finita qui: se lo spazio che sarà assegnato tramite bando è in condizioni di fatiscenza, sarà lo stesso ministero a garantire la manutenzione straordinaria tramite contributi a fondo perduto di rimborso spese.
Per il 2016 sono state individuate dieci unità da assegnare. L'elenco comprende beni provenienti dall'agenzia del Demanio, dal ministero della Difesa e dagli stessi Beni culturali. Tra questi spiccano la chiesa sconsacrata di san Cristoforo a Mantova e la Torre di Calafuria a Livorno, così come tre unità immobiliari a Piazza Santa Cecilia a Roma, mentre un paio come la caserma Prandina a Padova o il casello idraulico di Vicopisano sono stati ultimamente utilizzati per l'accoglienza dei richiedenti asilo. Lo scopo è nobile poiché si offre a prezzo modico uno spazio «per la realizzazione di produzioni di arte, musica, danza e teatro contemporanei» sul modello francese, ma una questione rimane, soprattutto in tempi di austerity. Alcuni immobili, in particolare la chiesa mantovana e qualche ex caserma, che inizialmente avevano anche fatto parte dei programmi di valorizzazione pubblica. Evidentemente, non sono andati a buon fine.
Ora, però, vale la pena chiedersi se lo Stato non avesse potuto insistere, considerato che ai giovani che ne usufruiranno sarà concesso di trovare forme alternative di sostegno alla propria meritevole attività di pittori, ballerini e attori.
Il decreto, infatti, stabilisce che i beneficiari «possono prevedere la realizzazione, anche in forma gestionale indiretta, di servizi aggiuntivi, quali, ad esempio, servizi di ristorazione, caffetteria, accoglienza, gestione di punti vendita di prodotti culturali», purché tali attività non abbiano «carattere prevalente». Insomma, lo Stato che non riesce a fare l'imprenditore fa il benefattore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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