Il suo padrone muore e lei - una cagnolona dallo sguardo dolce - ogni giorno va in spiaggia a cercarlo, sui passi delle lunghe camminate insieme. E per quell'amore che vince la morte gli uomini si riscoprono umani, le leggi cambiano.
Non passa giornata in cui, al pomeriggio, Kyra non si faccia vedere. Che ci sia il sole o tiri vento tra le nuvole, e poi magari piove, poco conta. Il suo muso spunta tra le dune di Falconara Marittima anche adesso che il suo compagno non c'è più, ucciso da un infarto. Era il 19 aprile: l'operaio in pensione Leo Mangiaterra ebbe la forza di alzare la cornetta e gridare aiuto, ma non bastò. E quando i medici del 118 entrarono nell'appartamento facendosi strada col lavoro d'ascia dei pompieri, lo trovarono senza vita, vegliato dal suo meticcio lupo dal pelo fulvo adottato otto anni prima in un canile.
Un uomo e un cane, un'ombra sola. Specie nelle passeggiate pomeridiane in riva all'Adriatico, che puntualmente si concludevano con una sosta all'ombra degli alberi del club nautico. E dopo che Leo se n'è andato, Kyra ha continuato a sgambettare sul bagnasciuga, aspettando di vederlo apparire all'orizzonte e chinarsi per stringerla al petto. Come Hachiko, l'esemplare di Akita che al trapasso del professore universitario che lo aveva preso con sé, al tempo del Giappone stretto tra le due guerre mondiali per dieci anni alla stessa ora non mancò mai l'appuntamento alla stazione di Shibuya col treno che solitamente riportava a casa l'amico scomparso, poi rivissuto al cinema col volto di Richard Gere.
Storie belle come fiabe, e perciò piene di mostri. Rimasta sola, Kyra ha trovato un'anima gemella in Massimo Leti, istruttore di windsurf che l'ha salvata dal rientro altrimenti inevitabile in canile, nell'attesa che qualcuno le schiuda - di nuovo e per sempre - le porte di una famiglia. Ma la burocrazia, drago sputafuoco che incenerisce speranze e buoni propositi, ha provato ad annerire la perla più rara: la corsa sull'arenile sulle tracce di Leo. «Dal 15 maggio al 15 settembre - ha lanciato l'allarme il presidente del club nautico, Guido Armeni - per i cani c'è il divieto di frequentare la spiaggia. Qui le siamo tutti affezionati. Chiediamo al Comune e agli enti competenti di concedere una proroga per consentire a Kyra di rimanere con noi».
Detto fatto: il sindaco Goffredo Brandoni, vestiti i panni del principe azzurro 2.0, si è precipitato al circolo per verificare di persona la situazione. Tornato a Palazzo di città, ha preso carta e penna per convincere l'Autorità Portuale anconetana a rilasciare un permesso speciale che tenesse lontani multe e accalappiacani, spiegando che «in un momento in cui le istituzioni non riescono a dare risposta a tanti drammatici problemi, non possono venire meno persino la sensibilità, i sentimenti, la vicinanza».
Per una volta, non c'è stato bisogno di spronare i destrieri ad avanzare per incrociar le spade. Ieri mattina da Ancona, con la celerità riservata agli affari urgenti, sotto forma di nulla osta a firma del presidente Rodolfo Giampieri è arrivata la risposta: Kyra potrà continuare a correre sul litorale abbaiando al cielo perché non le porti via il ricordo di Leo.
Verrà presto qualcun altro a prenderne il posto, «ma perché non sia strappata alle piste sabbiose a lei care faremo in modo che possa essere qualcuno di Falconara», promette Brandoni, chiudendo col lieto fine la favola vera del cagnolone che dimostrò al mondo il teorema di Victor Hugo: «Se guardi negli occhi il tuo cane, non potrai più dubitare che abbia un'anima».
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