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Serracchiani pro gender: "Famiglia è chi si ama"

Parlando a Expo il vicesegretario Pd affonda: "Famiglia è chi si ama e vive insieme". Ma intanto il suo partito rimanda la decisione sulle unioni civili...

Serracchiani pro gender:  "Famiglia è chi si ama"

Debora Serracchiani accosta e si allinea al mainstream. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, intervenendo questa mattina a un incontro su famiglia e alimentazione organizzato ad Expo, ha preso la parola per sostenere che "famiglia è un nucleo di persone che si amano e decidono di vivere insieme" - aprendo quindi chiaramente all'estensione del concetto di famiglia alle unioni omosessuali.

La Serracchiani inoltre rifiuta di "parlare di gender in riferimento alla famiglia", ma tutti sanno che si tratta - ormai - quasi solo di un equivoco lessicale. Gran parte del mondo cattolico usa l'espressione "teoria del gender" per ciò che gran parte della sinistra e della galassia Lgbt indica col nome di "studi di genere". L'oggetto del contendere è il medesimo: i rapporti fra sesso biologico e identità di genere, con particolare riferimento alle trasformazioni socio-culturali degli ultimi decenni.

Il governatore del Friuli dribbla l'argomento, conscia che quella di "gender" è ormai diventata una parola-tabù, soprattutto in ambito scolastico: una parola da cui da cui girare al largo se non si vuole incappare nelle ire di famiglie e genitori.

Più controverso, immaginiamo, il passaggio in cui il vicesegretario del Pd specifica che è opportuno parlare di famiglia "come di un nucleo di persone che possono avere dei figli e che quindi hanno bisogno di tutte le tutele che oggi vengono assicurate alla famiglia naturale". Le sue parole lanciate dal palcoscenico di Expo tengono insieme diversi piani: quello dell'apertura a un concetto "esteso" di famiglia - La Serracchiani d'altronde si era già espressa apertamente in favore dei matrimoni omosex - e quello, più spinoso, di una definizione di "persone che possono avere dei figli".

Cosa intende il presidente del Friuli? Parla forse delle coppie gay milanesi pizzicate a parlare della possibilità di acquistare bimbi all'estero, da portare quindi in Italia tramite sotterfugi di ogni tipo? O fa invece riferimento alla famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio", descritta all'art. 29 della Costituzione "più bella del mondo"?

E ancora: che senso ha lanciare messaggi ambigui all'elettorato quando è lo stesso Pd - provocando le ire Lgbt e le esultanze cattoliche - ad aver posticipato la calendarizzazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili a dopo l'assai dibattuta riforma del Senato?

Da sinistra sentiamo spesso chiedere chi ha paura delle nuove unioni omo e intersessuali, ma da destra forse dovrebbero chiedere - con maggior cognizione di causa: chi ha paura della famiglia tradizionale e della sua forza di mobilitazione? Il Pd a quanto pare sì.

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