Sesso e violenze in comunità per minori

Arrestato il presidente. L'accusa: maltrattava i ragazzi e vessava il personale

Sesso e violenze in comunità per minori

Richieste di sesso in cambio di denaro, frasi razziste e maltrattamenti. Sono pesanti le accuse contestate al presidente della comunità famiglia «La Fonte» di Prosecco (Trieste), che ieri mattina è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile.

L'uomo, che si trova agli arresti domiciliari, dovrà rispondere di maltrattamento aggravato dei minori ospiti della comunità da ottobre 2015 a settembre 2017, atti sessuali tentati con minorenne tra il settembre e l'ottobre 2015 e atti persecutori in danno della ex direttrice della struttura dal settembre 2013 al 31 dicembre 2016.

La polizia giudiziaria, dopo complesse indagini, ha ricostruito le condotte contestate all'indagato, procedendo, oltre che all'esame degli atti, anche ad interrogare circa ottanta tra testimoni e vittime, individuati tra dipendenti, ex dipendenti e collaboratori della struttura, nonché tra i minorenni stranieri non accompagnati provenienti da Kosovo, Albania, Pakistan, Afghanistan e Bangladesh.

Il quadro che è emerso da questi racconti è drammatico. Si è scoperto, infatti, che l'uomo, presidente già dal 2015, anche nel refettorio della comunità avrebbe utilizzato, in più di una circostanza, frasi ingiuriose a sfondo razziale e denigratorio nei confronti di diversi minori stranieri, che erano stati accolti nella comunità famiglia.

Li minacciava, per incutere loro il timore di un rimpatrio e accompagnava queste ingiurie con gesti offensivi. Da quanto emerge dalle indagini, forte del suo ruolo, si sarebbe anche spinto a proporre ad un minore denaro in cambio di prestazioni sessuali.

In altre occasioni, invece, avrebbe infastidito gli ospiti raggiungendoli all'interno delle loro stanze, facendo domande esplicite sulle loro abitudini sessuali.

Tutti avevano soggezione di lui.

Avrebbe, più di una volta, costretto perfino il personale, che si occupa della somministrazione dei pasti, a servire ai giovani alimenti scaduti, tenendo nei confronti degli operatori e in quelli dell'ex direttrice, atteggiamenti vessatori ogni volta che non seguivano i suoi ordini o le sue indicazioni.

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