Sesto San Giovanni, la sinistra non sfonda e ora rischia il suo fortino

Sesto San Giovanni, la sinistra non sfonda e ora rischia il suo fortino

Sesto San Giovanni - Il Pd non riesce a difendere al primo turno il «fortino rosso», e ora rischia. Dal dopoguerra Sesto San Giovanni è in mano alla sinistra (non a caso è conosciuta come l'ex Stalingrado d'Italia) ma la sindaca uscente, la renziana Monica Chittò - che partiva avvantaggiata e con una coalizione allargata a Rifondazione e Sinistra Italiana - a un terzo dello spoglio era ferma al 38% e dovrà giocarsela tra due settimane con il candidato del centrodestra Roberto Di Stefano, sostenuto da Fi, Lega e Fdi. E Di Stefano potrebbe recuperare i voti di Giampaolo Caponi, sostenuto dagli alfaniani e da Stefano Parisi. Sembra solo quarto Antonio Foderaro, ingegnere 45enne candidato dal Movimento 5 Stelle con mini-primarie.

È stata una campagna elettorale ad alta tensione, proprio a Sesto lo scorso 23 dicembre la polizia uccise il terrorista Anis Amri che fece 12 vittime al mercatino di Natale di Berlino. E qui il Comune ha avallato la costruzione di una maxi moschea. Immigrazione e sicurezza i temi che hanno scaldato il dibattito. Meno l'affluenza: si è fermata al 50,8%. Uno su due non ha votato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica