Spariti tre furgoni Dhl Da Milano a Roma è allarme terrorismo

Informativa della questura meneghina agli 007: «Sono stati rubati». Per l'Isis sono armi

In momenti speciali, in periodi storici straordinari, anche la routine più sonnacchiosa può trasformarsi in un evento anomalo. E poco importa quanto le istituzioni si affannino a smentire o a minimizzare. Anzi: questo non fa altro che dilatare la portata di un fatto che normalmente non avrebbe aspirato a diventare una notizia. Perciò tre furgoni modello «Ducato» con il logo «Dhl», ditta tedesca di spedizioni internazionali, spariti a Milano tra il 4 e il 6 settembre dovrebbero giustificare la comunicazione, comunque riservata, inoltrata qualche giorno dopo la scomparsa dei mezzi dal questore Marcello Cardona alla sezione antiterrorismo della Digos affinché «si continui a mantenere alto il livello di allerta antiterrorismo». Da quando infatti mezzi pesanti e suv sono diventati l'ultima arma per diffondere il terrore e indicati come «strumenti» a rischio da tutti gli 007 - com'è accaduto a Barcellona, a Berlino e sul lungomare di Nizza dove i killer del terrore guidavano camion e van, - l'informazione non poteva che generare inquietudine, allarmismo. E il fatto che sia stata inoltrata anche a tutte le forze dell'ordine - quindi anche ai carabinieri e alla guardia di Finanza, nonché, alle loro centrali operative - non può che costituire una conferma del tutto. Così si può immaginare l'apprensione suscitata ieri mattina dalla notizia della comunicazione riservata del questore di Milano, pubblicata in esclusiva dal quotidiano romano Il Messaggero. Nell'articolo si spiega come la «riservata» di Cardona contenga anche i numeri di targa e le informazioni sui mezzi di questa cosiddetta black list e che Dhl ha fornito alla polizia milanese.

«Tutto in linea con quanto richiesto dal capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli, che in una recente circolare, inviata il 25 maggio scorso a tutti i questori e i prefetti italiani, imponeva massima attenzione su furti, affitti e acquisti di mezzi di trasporto considerati a rischio» si affrettano ad assicurare in questura a Milano dove la rivelazione dell'esistenza di questo telex inviato da via Fatebenefratelli a Roma - liquidata ufficialmente come «una delle comunicazioni diramate regolarmente da tutte le questure italiane e che contengono dati e informazioni su tutti i mezzi pesanti rubati» - ha suscitato non poca preoccupazione. Non va dimenticato infatti che tutte le forze dell'ordine, oltre alla sicurezza dei cittadini, hanno un'altra missionE, strettamente connessa alla prima e non meno importante, cioè non generare mai nessuna forma di panico. Tuttavia stavolta sarebbe inutile negare che il livello di allerta terrorismo, dopo Barcellona (dove però i furgoni usati per gli attacchi erano stati presi in affitto) è stato alzato e non di poco.

Esclusivamente gli addetti ai lavori hanno partecipato alle due riunioni operative tenutesi al Viminale i primi di settembre durante le quali non solo è stato illustrato il piano antiterrorismo che dovrebbe scattare in caso di attentato ma che hanno condotto all'operazione «Ultimo miglio» durante la quale per tre giorni 3500 poliziotti - perlopiù a Roma, quindi a Milano e a Napoli - hanno controllato oltre 27mila veicoli tra bus, furgoni e camion.

Naturalmente, nessuno mai ha pronunciato la parola «terrorismo» in merito a questo pattugliamento il cui scopo era però proprio controllare i mezzi di trasporto collettivo di persone e i mezzi pesanti che entravano nei centri storici. E sempre solo ieri è emerso che durante queste verifiche la polizia ha sequestrato delle foto inneggianti la guerra santa dei fondamentalisti islamici a due asiatici che a breve potrebbero essere espulsi.

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