È una delle principali misure di copertura della Legge di Bilancio 2018. Lo split payment, come ha dimostrato la manovra correttiva di primavera, garantisce entrate certe, a differenza di misure come il rientro agevolato di capitali dall'estero. Per questo il governo ha deciso di estendere il pagamento anticipato dell'Iva a tutte le imprese partecipate dallo Stato o dagli enti pubblici. Già oggi la pubblica amministrazione e le società quotate che acquistano beni o servizi da fornitori, imprese e professionisti, versano l'Iva direttamente all'erario. Nella ultima versione, la «scissione del pagamento» sarà estesa a tutte le società controllate dalla pubblica amministrazione.
Vi rientrano gli enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, le fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche, le società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di amministrazione pubblica e «quelle partecipate per una quota non inferiore al 70% da qualsiasi amministrazione pubblica o società assoggettata allo split payment». Per i fornitori significherà rinunciare a liquidità. In un Paese dove l'accesso al credito è uno dei problemi più gravi, peraltro non in via di risoluzione.
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