Non solo il fronte delle Regioni. Anche quello interno alla maggioranza. Italia viva protesta. Mezzo Pd è in rivolta contro le nuove restrizioni imposte dal governo sul Natale: nel mirino c'è il divieto di uscire dal proprio Comune di residenza il 25, il 26 e il 1° gennaio. Le preoccupazioni sono per l'impatto della norma sui piccoli Comuni, quelli limitrofi, quelli montani, i più disagiati, quelli isolati, dove nuclei familiari abitano in territori vicini ma in Comuni differenti.
E mentre il governo fa muro alle richieste alle Regioni, «non si cambia nulla», senatori e deputati dem insorgono contro la norma «sbagliata». Anche il Comitato tecnico scientifico chiede di inserire una deroga perché «sarebbe particolarmente penalizzante per chi vive in luoghi piccoli» e isolati. Tanto che da Palazzo Chigi fanno sapere che ci saranno dei chiarimenti all'interno della sezione faq, sul sito del governo. Perché il dpcm consente comunque di muoversi da una Regione all'altra, o da un Comune all'altro, per «stato di necessità». E rientrerebbero in questa categoria gli spostamenti fuori dal proprio Comune per evitare che gli anziani soli rimangano senza i familiari nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Potrebbero essere possibili, dunque, ma solo con l'autocertificazione.
I primi a chiedere ieri una modifica sono 25 senatori democratici (sul totale di 35): scrivono una lettera al capogruppo Andrea Marcucci per «attivarsi con il governo e consentire a persone che vivono in Comuni medio-piccoli di ricongiungersi per poche ore con familiari che abitano in altri Comuni». Marcucci a sua volta si appella a Conte: «Cambi le norme. Non è una questione di poco conto, riguarda milioni di famiglie che abitano in zone limitrofe, divise soltanto dai confini del proprio Comune. Bisogna rendere possibile i ricongiungimenti familiari e affettivi anche solo per poche ore. Servirebbe anche non discriminare tra attività economiche di città e attività economiche di Paese».
Alla Camera accade lo stesso: sono circa una trentina i deputati che si rivolgono al capogruppo Graziano Delrio, ed «è un appello al buon senso e privo di qualsiasi polemica per consentire una maggiore mobilità fra i Comuni durante il Natale». La ministra Teresa Bellanova bolla la misura come «incomprensibili. Dobbiamo fare misure comprensibili altrimenti le persone sono indotte a non rispettare le misure». La spiega così il presidente dell'Uncem Marco Bussone: «Uncem, con i sindaci di Comuni montani, perlopiù piccoli o piccolissimi nel numero di popolazione, chiede al governo di consentire gli spostamenti tra i Comuni montani di una stessa valle, alpina o appenninica. È infatti ben diverso, consentire lo spostamento dentro a Roma, Milano, Bergamo, Cagliari, oppure dentro a un piccolo Comune montano. Occorre buonsenso».
Il presidente della Valle D'Aosta, Erik Lavevaz, ricorda che «non ci si potrà spostare nel Comune vicino per il pranzo di Natale, non si potrà neanche uscire dai Comuni dove magari non c'è un ristorante e questo crea disparità tra territori».
Sul punto non ci saranno modifiche, ma solo
chiarimenti, lasciano intendere dall'esecutivo: «Noi non vogliamo che le persone anziane restino sole, ma l'affetto non si deve trasformare in un rischio vero e proprio», precisa la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa.
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