Oltre 15 miliardi di oneri di sistema su una bolletta elettrica totale di 61 miliardi. Il dato è noto ma ciò che non si sa è che dal 2019 quegli oltre 15 miliardi, in gran parte incentivi per il fotovoltaico, potrebbero ricadere in maniera ancora maggiore sulle spalle degli utenti domestici. Prime e soprattutto seconde case sono bersagliate da accise che, già ora, rendono la spesa per l'energia, in alcune tipologie di bollette, inferiore a quella degli oneri di sistema.
«La riforma tariffaria, partita nel 2017, già da quest'anno finanzia in maniera più consistente gli sgravi alle aziende energivore pesando maggiormente sulla bolletta degli utenti domestici - spiega Massimo Bello presidente di Aiget, l'associazione che raggruppa 60 piccoli gestori di energia elettrica - ma l'Autorità per l'energia ha deciso di spostare al 2019 una parte dei rincari che noi come Aiget vorremmo cancellare». La riforma che dovrebbe entrare in vigore nel 2019 infatti porterebbe rincari, per 22 milioni dei circa 29 milioni di utenti domestici italiani, fino al 9%.
Insomma è questa la tegola che, più della decisione dell'Autorità di far pagare a tutti anche una parte degli oneri di sistema risparmiati dai clienti morosi, cadrà sugli utenti consumer. La questione principale nasce dalla necessità di finanziare gli impianti fotovoltaici realizzati dal 2005 al 2013, che usufruiscono del cosiddetto conto energia, un programma di incentivazione per la produzione di energia con questi impianti. E poi ci sono gli sgravi per le aziende energivore che a regime avranno circa 1,8 miliardi di risparmi. «Il problema - continua Bello - è che la remunerazione di queste voci di spesa pesa su tutti i consumatori domestici».
L'Aiget vorrebbe la cancellazione di questi incentivi che di fatto «ingessano» il mercato dell'energia elettrica, pur liberalizzato, dato che la concorrenza è difficile se praticamente la metà della bolletta che i consumatori pagano va in tasse (oltre agli oneri di sistema c'è anche l'Iva). Certo, il conto energia è arrivato in Italia tramite una direttiva europea approvata dal Parlamento ma nessun paese Ue ha messo remunerazioni tanto alte per gli impianti fotovoltaici che, oltretutto, producono solo l'1% dell'energia. Una scelta politica che si è tramutata in una ulteriore tassa nascosta, un po' come le accise della benzina, da pagare in bolletta come il canone Rai voluto dal governo Renzi. Ed è stato solo l'incombere dell'appuntamento elettorale che ha spostato di un anno il maggior finanziamento alle aziende energivore. Quest'ultimo incentivo, che passerà nel 2019, peserà maggiormente sulle utenze domestiche per residenti con bassi consumi dato che quelle non residenti sono già state abbondantemente penalizzate dalla riforma tariffaria del 2017 mentre i residenti con alti consumi sono già penalizzati da quella partita a gennaio.
«Noi di Aiget - ha proseguito Bello - sosteniamo da anni che la bolletta non può essere caricata di oneri che non hanno a che vedere con la fornitura ma solo con la parafiscalità. Per questo il Tar ha chiarito che il fornitore di energia non li deve pagare perché fa solo un servizio di incasso.
Ma per evitare il rischio che quanto non pagato dai clienti morosi finisca sulle spalle di quelli virtuosi bisogna rafforzare strumenti di contrasto. Oggi infatti non si può staccare il contatore dell'utente moroso prima di tre mesi e non c'è un'anagrafe dei cattivi pagatori, che possono così cambiare gestore con estrema facilità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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